"Firenze: proposte e sfide per rilanciare il commercio nel centro storico"

Firenze affronta la crisi dei negozi nel centro storico con proposte per ridurre le tasse, introdurre una moneta complementare e favorire le attività tradizionali. La co-pianificazione del commercio e la tutela delle botteghe storiche sono al centro del dibattito tra gli attori coinvolti.

Firenze affronta la crisi dei negozi nel centro storico con proposte per ridurre le tasse, introdurre una moneta complementare e favorire le attività tradizionali. La co-pianificazione del commercio e la tutela delle botteghe storiche sono al centro del dibattito tra gli attori coinvolti.

"Firenze si è spopolata di negozi – ha detto Zini – e il centro è un ‘mangificio’: noi vogliamo una città solidale che sappia distribuire e ridistribuire le ricchezze". "Dobbiamo tagliare le tasse – le parole di Asciuti – con meno Tari per le aziende e Imu più bassa. Per aiutare i negozi ho poi proposto di introdurre il fiorino come moneta complementare".

"Il problema del commercio è internazionale – ha dichiarato De Giuli - ma intanto si può evitare di scegliere chi ha applicato in questi anni le logiche internazionali. Occorre poi favorire la tradizione agricola dell’area metropolitana". "Allo spopolamento del centro è corrisposto un aumento di attività alimentari – ha dichiarato Cecilia Del Re – per questo nel 2017 bloccammo l’apertura di nuovi ristoranti. Ora occorre passare alla co-pianificazione del commercio. E tenere barra dritta sulle tutela delle attività storiche, che l’amministrazione purtroppo ha disatteso". "Cecilia sa che il regolamento Unesco è precedente al suo arrivo – la replica di Funaro - e che il primo blocco fu al McDonald’s in piazza Duomo. Abbiamo in programma di ampliare l’area Unesco e di tutelare le botteghe storiche". "Siamo messi male se qualcuno che sta lì da dieci anni non si ricorda la stessa cosa – le parole di Marrazza -. Va dato sostegno alle botteghe ma anche a chi vuole continuare l’attività, perché rimetterle dopo che sono andate via è complicato". "Tutti parlano di riportare gli artigiani in centro – le parole di Masi - perché li abbiamo fatti scappare. Noi intendiamo dare 15 accessi mensili per permettere ai clienti di raggiungerli".

"Possiamo abbattere i costi per le piccole realtà – il commento di Palagi - anche grazie alla comunità energetiche. Non servono le grandi superfici e il pubblico non deve avere solo idee di regia, può essere protagonista". "Io penso invece – ha dichiarato Saccardi - che serva un piano unico del commercio. Chiunque venda cose da mangiare o da bere deve seguire norme sulla somministrazione per evitare che si consumi sugli scalini. E poi l’esenzione dalle tasse per tre anni per chi apre attività tradizionali". "I vigili non devono solo misurare le insegne dei negozi – ha detto Schmidt - ma proteggerli da chi va a rubare. Ci si meraviglia poi che si vendano solo cianfrusaglie ma senza parcheggiare, gli oggetti grandi non si comprano. Infine serve il ricambio generazionale".

Lisa Ciardi