Firenze, i ristoratori ribelli non mollano. "Ora basta, apriamo anche la sera"

Una cinquantina di esercenti contro lo stop dopo le 18: "Abbiamo il diritto di lavorare"

La protesta dei ristoratori fiorentini

La protesta dei ristoratori fiorentini

Firenze, 14 gennaio 2021 - Un hashtag, una data e un clamoroso guanto di sfida lanciato da una cinquantina di ristoratori fiorentini che domani – al grido di #ioapro1501 – accenderanno i fornelli anche a cena, in barba alle restrizioni gialle che consentono solo di apparecchiare fino alle 18.  

La protesta è fissata proprio a ridosso dell’entrata in vigore del nuovo Dpcm che, secondo indiscrezioni, dovrebbe prevedere misure ancora più restrittive, in particolare per i bar ’responsabili’ di una movida tardo-pomeridiana che Roma punta a sfaldare. "Apriremo e continueremo a rimanere aperti indipendentemente dal colore. Vogliamo far valere quello che è un nostro diritto: lavorare" dice senza timori di sorta uno dei promotori dell’iniziativa, Momi, all’anagrafe Mohamed El Hawi, gestore di un grosso ristorante nel popolare quartiere di Novoli, alla periferia ovest del capoluogo. "Paura delle sanzioni? No, di fallire perché avanti così non può andare. Per quanto mi riguarda con i miei tre locali ho perso 1 milione e 500 mila euro. Ho 55 dipendenti a cui voglio salvare il posto".

E sempre domani, altri 300 locali rappresentati dal gruppo Ristoratori Toscana – anche loro ’armati’ di hashtag (#ioaprosoloinsicurezza) – simuleranno un’apertura serale con luci e musica, sala allestita e titolari e dipendenti e clienti presenti. Un flash mob senza cena, solo "per dimostrare che il virus non ha orario e che se si può pranzare, rispettando i protocolli, si può anche cenare". "Perché – chiedono – un locale sicuro alle 12 smette di esserlo alle 18?".  

Intanto i rappresentanti le associazioni di categoria buttano acqua sul fuoco dei ribelli: "Contravvenire alla legge, per quanto sia ingiusta e sbagliata, significherebbe mettere ancora più in difficoltà le nostre imprese, con sanzioni pecuniarie e chiusura dell’attività fino a 30 giorni".  

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