di Emanuele Baldi
"Perché Firenze Fiera va male? Semplice. In questa città non c’è mai stata una visione d’insieme vera del settore congressuale". Stefano Gabbrielli lavora nel settore degli eventi da sempre. Di fatto c’è nato ("Mia madre aveva fondato l’agenzia di cui oggi sono amministratore delegato, la Enic meetings & events nel 1964") e le questioni fieristiche le mastica come il pane.
Gabbrielli, che malattia ha Firenze Fiera?
"Le dico solo una cosa. Quando ero bambino mia madre mi portava al Palazzo dei Cogressi e mi diceva ’Qui sotto costruiranno una sala per duemila persone’. Ho 57 anni, non è stato fatto ancora niente".
La città indietro sul turismo congressuale?
"Indietro... Praticamente ormai ci hanno sorpassato tutti. E non solo in Italia, anche all’estero. Penso alla Spagna, al Portogallo. Tutte le città si sono dotate di centri fiera all’avanguardia".
Perché questo ritardo?
"Ma perché non è mai stata data al settore la giusta importanza. C’è sempre stato un valzer di amministratori delegati, caselle da riempire senza una vera visione, senza un direttore generale, senza individuare competenze vere. Se non ti costruisci una vera società di gestione non vai da nessuna parte".
Eppure le potenzialità ci sarebbero
"Ma sta scherzando... Siamo l’unica città italiana che ha un palazzo dei congressi accanto alla stazione centrale, ci si va a piedi. Chi arriva a Firenze per un evento può subito farsi un giro in centro storico, e che centro storico..., o andare in un attimo in albergo. Un gioiello. Eppure stiamo perdendo tutto l’indotto".
Qualche esempio?
"Uno solo: un turista normale spende in città circa 100 euro al giorno, un turista congressuale almeno 500 tra eventi di gala, catering, servizio di traduzione simultanea...".
Eppure Firenze Fiera ha chiuso un altro bilancio in rosso...
"E dico poi che è inutile ripianare. Ripianare per far cosa? Per mettere delle toppe... Se in un ristorante si mangia male quel ristorante andrà in rosso. Si ripianerà ma, se anche l’anno dopo si continua a mangiar male, cambierà poco. Hai voglia a rimetterci soldi ogni volta...".
Che consigli si sente di dare per il futuro della società?
"Investire su personale qualificato a livello amministrativo e affidarsi a esperti del settore. Altrimenti perderemo ancora altro terreno".