FRANCESCO
Cronaca

Firenze com’era. Difficile destino di un museo

Il Museo di "Firenze com'era" ha una storia ricca di trasformazioni e trasferimenti, nato nel 1909 a Casa Buonarroti e poi spostato più volte fino alla chiusura nel 2010. La speranza è che possa rinascere con un impegno sistematico per diventare un vero Museo della Città.

Gurrieri

era una volta il Museo di “Firenze com’era”. Un museo dal nome semplice e comprensibile a tutti. Era fatto di stampe, disegni, dipinti, affreschi staccati, fotografie, piccoli plastici e persino dalle lunette dell’Utens. Era stato inaugurato nel 1955, dopo laboriosi restauri al complesso delle Oblate. In realtà, il primo “Museo Storico – Topografico” della città era nato nel 1909 in Casa Buonarroti, per volontà di Corrado Ricci (1858-1934), soprintendente a Firenze, poi direttore generale delle Antichità e belle arti in Italia e senatore del Regno nel 1923. Codesto museo fu il primo in Italia che si distinse proprio per la sua singolarità, accorpata secondo il divenire urbanistico, dalle origini alle sconvolgenti trasformazioni del Poggi per Firenze capitale e del centro “restituito a nuova vita”. Nel 1927 il primo trasferimento a San Marco, affiancandolo al preesistente museo di “Firenze Antica”. Giuseppe della Gherardesca, podestà di Firenze, nel 1936 acquista il convento delle Suore Oblate ospedaliere al fine di realizzare il grande museo della storia di Firenze per trasferirvi e riorganizzarvi i musei precedenti. Poi la parentesi della guerra e solo nel ‘48 i lavori di restauro finalizzati al nuovo museo; nel ‘55 si inaugura “Firenze com’era” al primo piano del monastero. Meno di due decenni dopo le prime irrequietezze, così che nel ‘71 la Soprintendenza ritira le proprie opere e il museo viene riallestito al piano terreno, amputato di non poche testimonianze. Ma i tormenti non sono finiti: nel 2010 il museo viene chiuso per consentire l’ampliamento della Biblioteca, allestendo al piano terra di Palazzo Vecchio l’esposizione permanente “Tracce di Firenze”. Forse un più sistematico impegno per un Museo della Città potrebbe far parte del programma del prossimo sindaco, magari utilizzando il grande plastico ligneo della città (donato dalla Fondazione Cassa di Risparmio).