
Unioni civili
Firenze, 3 novembre 2017 - I numeri parlano chiaro. Nel 2017 a Firenze ogni dieci matrimoni è stata ratificata una unione civile. Una percentuale alta se si considera che è cinque volte superiore alla media nazionale che, invece, è ferma a un’unione civile ogni 50 matrimoni. Siamo la città più gayfriendly d’Italia. Le unioni civili registrate in Palazzo Vecchio hanno numeri percentuali molto elevati anche rispetto alla media europea: ferma anch’essa al 2,2 per cento. La legge Cirinnà che consente l’unione civile fra persone dello stesso sesso è stata varata ai primi di agosto 2016 ed entro la fine dell’anno aveva già contato 49 coppie gay e lesbo fra abbracci, auguri e commozione nella tradizionale Sala Rossa.
Da gennaio a tre giorni fa il numero è cresciuto ancora: altre 89 coppie. Un percorso spesso tormentato quello dell’outing pubblico, ma la storia liberale di Firenze lo rende, evidentemente, meno difficile. Gli uomini si dimostrano più avanti delle donne, le loro unioni sono mediamente tre volte di più di quelle delle donne.
Dal febbraio 2017 Anna Paola Concia, attivista del movimento Lgtb in Italia e all’estero, è stata scelta dal sindaco Nardella come assessore al turismo e alle relazioni internazionali. Senza pregiudizi. Una scelta libera a pochi mesi dall’entrata in vigore della legge Cirinnà sulle unioni civili fortemente voluta dal Pd guidato dall’ex sindaco Matteo Renzi, che l’ha sempre combattuta come «una battaglia di civiltà».
«Firenze – è il primo commento dell’assessora – è sempre stata città aperta, inclusiva. Nella storia del movimento omosessuale è stata una città molto attiva, con una grande apertura anche da parte dei suoi amministratori. Mi fa molto piacere che sia la città dove il numero delle unioni civili è alto. Del resto le richieste sono tante: a me, al sindaco, alla vicesindaca Giachi».
Magari è tutto merito dei Compagnacci che all’inizio del ’500 lottarono contro la discriminazione e la repressione dei costumi che il Savonarola fustigava. Nella Firenze delle arti, dove la vivacità culturale non conosceva rivali in Europa, la liberalità dei costumi era spesso vissuta alla luce del sole. La morale cattolica non poteva tollerarlo e in migliaia furono accusati e mandati in esilio. I Compagnacci il 31 agosto 1512 fecero irruzione nel palazzo del Governo e chiesero l’annullamento di quelle condanne. A settembre i Medici rientrarono a Firenze e tutte le richieste dei Compagnacci furono accolte. Il mondo Lgtb considera quella rivolta antesignana dei Moti di Stonewall che nel 1969 segnano l’inizio della storia del movimento. Tanto che nel 2005 alla Fortezza da Basso si sono dati pacificamente appuntamento i gay di tutto il mondo.
Oggi siamo la prima città italiana che, proprio grazie ad Anna Paola Concia, darà il via a una serie di corsi gay friendly per il mondo del turismo fiorentino. «Vivo e metà fra Firenze e la Germania e dopo gli episodi di intolleranza verso i gay rifiutati in una struttura del sud Italia, ho deciso di fare qualcosa. L’Italia è una meta molto ambita nel mondo omosessuale europeo, ma è anche un Paese dalla forte tradizione cattolica e la diffidenza è tanta. E di solito si va dove ci si sente accolti. A chi in Germania mi ha chiesto di Firenze l’ho sempre descritta come una città aperta e friendly, e la grande sensibilità dimostrata verso questa iniziativa dalle associazioni di categoria del settore turistico me lo ha dimostrato. Il mio impegno è rendere l’Italia un paese migliore. E’ la battaglia della mia vita e oggi come assessore al turismo posso dare una mano in questo senso».