La Fi-Pi-Li respira, riaperta una carreggiata. Ma in procura c’è un fascicolo sulle code

Cantiere dimezzato da ieri mattina: due corsie verso il mare, una in direzione Firenze. Il pm affida accertamenti alla guardia di finanza

Uno dei cantieri stradali lungo la Firenze-Pisa-Livorno

Uno dei cantieri stradali lungo la Firenze-Pisa-Livorno

Firenze, 20 settembre 2021 - Si fermano gli operai, si muove la procura. Intanto, però, quelle code che in certi giorni sono diventate lunghe anche cinque chilometri, dovrebbero se non proprio sparire, almeno diradarsi. Il settembre decisivo della Fi–Pi-Li è cominciato. Da ieri, come annunciato, il calvario dei tanti automobilisti che da mesi sopportano le file tra Ginestra e Lastra a Signa, in entrambe le direzioni, è parzialmente alleviato dalla riapertura piena di una corsia.

Dunque, in direzione di Pisa e Livorno, sono tornate le due carreggiate, mentre in direzione di Firenze si viaggia ancora su una corsia. Inevitabilmente, i rallentamenti non scompariranno ancora del tutto, ma intanto non ci sarà più il salto di carreggiata che complicava il cammino soprattutto per chi viaggiava in direzione del capoluogo e concorreva a gonfiare il rallentamento. Questo mese, non segna soltanto l’inizio della fine "crisi" della Fi-Pi-Li, ma anche l’avvio di un’indagine figlia della ’class action’ degli automobilisti. Sul cantiere della Fi-Pi-Li, com’è noto, gli avvocati Federico Bagattini e Alberto Corsinovi il 15 luglio scorso avevano depositato un esposto a nome degli automobilisti che praticamente ogni giorno, da gennaio scorso, si sono sorbiti le code causate dal cantiere necessario a ripristinare la frana.

Il procuratore aggiunto Luca Turco ha valutato l’esposto e ha incaricato il collega Giuseppe Ledda di approfondire. E’ stato quindi aperto un fascicolo (al momento senza indagati e senza ipotesi di reato) e il pm ha affidato alla guardia di finanza alcuni accertamenti. L’indagine potrebbe riguardare anche i tempi dei lavori: la frana, che ha interessato anche il paese di Inno, risale all’11 gennaio, ma sono passati mesi prima che venissero affidati i lavori, alla fine assegnati con la forma dell’urgenza, dalla Città Metropolitana.

Anche per questi mesi di impasse, gli avvocati ipotizzano nel loro esposto l’interruzione di pubblico servizio e l’inadempimento in contratti di pubbliche forniture. "Si tratta indubitabilmente - si legge nelle carte - non di una semplice ed episodica irregolarità nella somministrazione del servizio ma di una limitazione gravissima che lo turba profondamente, non soltanto dando luogo ai disagi temporali e sanitari, ma anche ad effetti collaterali come l’aumento degli incidenti e l’invasione del traffico anche pesante dei piccoli centri urbani limitrofi al luogo del fatto".

In questi mesi, proprio per evitare l’assalto di chi cercava nella viabilità ordinaria un’altra strada per scansare le code, il Comune di Lastra a Signa ha dovuto mettere un divieto di transito ai mezzi pesanti, proibendo di fatto l’uscita a Ginestra o Lastra a Signa al fine di evitare che i tir si incastrassero, nel vero senso della parola, nelle strade strette delle frazioni.

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