
Occhio alla truffa (foto Germogli)
Firenze, 2 dicembre 2015 - Dalla suora in borghese che prometteva cure divine sul pianerottolo di casa e – durante la preghiera – razziava i cassetti delle vittime passando per il finto addetto di Quadrifoglio che con la scusa di visionare il bidoncino dell’umido ha ripulito di monili e contanti 10 appartamenti.
Ma anche il poliziotto fasullo che a giugno è riuscito a farsi consegnare dalla vittima designata duemila euro. Così, sull’uscio di casa.Per arrivare alla truffa del falso avvocato che dal 2014 ha svuotato le tasche di 30 persone, trenta vittime, fino all’arresto lo scorso ottobre, di due napoletani incastrati dalla squadra mobile. Domenico Balsamo, negli ultimi 5 anni da commissario capo della Questura fiorentina – è il responsabile della quinta sezione antirapina – ha dato la caccia a questi ignobili razziatori e coordinato indagini difficili contro autentici fantomas. Decine le truffe scoperte, molte anche quelle sventate con interventi tempestivi, ma questi banditi, questi ‘specialisti’ non sono purtroppo sempre «i soliti», come accadeva un tempo.
Nel mirino soprattutto gli anziani che solo nel 2014 in Italia hanno subito la vertiginosa 340mila raggiri. Tanto quanto basta a stilare un bestiario da far rabbrividire anche i più prudenti. Un’esperienza che ieri è stata messa a disposizione durante l’incontro «Le nuove truffe domestiche del porta a porta» organizzato al circolo Pd di via del Corso. In cattedra con il commissarfio Balsamo l’avvocato penalista Gherardo Pecchioni. "Le vittime ideali dei raggiri porta a porta – spiega Balsamo – sono persone rientranti nella fascia d’età compresa tra i 65 e i 90 anni. Nel caso del falso avvocato la data di nascita delle vittime non ha mai superato il 1930». Perfino sul fronte orario il canovaccio delle truffe sarebbe identico.
"Le ore più a rischio sono quelle che vanno dalle dalle 10 alle 13 – prosegue – quando gli anziani escono, magari per andare al supermercato e vengono agganciati perché soli, più vulnerabili". L’unica arma per difendersi è conoscere il nemico. Le raccomandazioni sono da Abc del buonsenso: eppure c’è chi le ignora. Seguirle avrebbe evitato a molti di cadere ad esempio nella truffa del falso avvocato. Funziona così: un finto avvocato chiama la vittima al telefono fisso presentandosi come legale di una compagnia d’assicurazione. Annuncia all’anziana che suo figlio è trattenuto in caserma per un incidente stradale. Ha causato danni e per farlo uscire si deve pagare una cauzione. «Che fra l’altro non è nemmeno prevista in Italia. Ma per rendersi credibili – spiega Balsamo – chiedono alla vittime di agganciare il telefono e chiamare il 112. Dall’altro capo del filo il truffatore però non riattacca».
Il malcapitato quindi credendo di aver composto il 112 si ritroverà invece a parlare di nuovo con il malvivente o un complice che confermeranno l’accaduto.
«La truffa va in porto se la persona chiama da un fisso ma i truffatori lavorano sui grandi numeri – commenta – e magari una volta su trenta gli va bene». Se l’anziano li crede è fatta. Un ‘collaboratore’ del finto avvocato in pochi secondi si presenta (impeccabile in giacca e cravatta) alla porta di casa della vittima per farsi consegnare la cauzione che in un caso ha sfiorato quota 20mila euro. Poche ma basiliari le raccomandazioni da seguire: «Mai aprire la porta a sconosciuti che chiedono di entrare in casa. Spesso i truffatori – conclude Balsamo – sono di bella presenza, utilizzano un linguaggio forbito e non usano la violenza. Se si ha un dubbio sul da farsi è bene chiamare un familiare o un conoscente per consigliarsi. Oppure (meglio ancora...) subito le forze dell’ordine».