Finse di essere Matteo Renzi: "Enel, mi tolga la luce"

Un ex consulente dell’Enel di Piacenza in tribunale

Matteo Renzi

Matteo Renzi

Firenze, 24 luglio 2021 - Renzi premier poteva restare al buio: qualcuno provò ‘materialmente’ a far tagliare la luce della sua casa di Pontassieve. Nessuna metafora politica. O forse sì: i fatti datano 5 dicembre del 2016, il giorno prima l’ex presidente del Consiglio aveva incassato la sconfitta al referendum. Un ex consulente dell’Enel di Piacenza è comparso in Tribunale accusato di sostituzione di persona e accesso abusivo a sistema informatico di Enel, acquisendo i ‘dati sensibili’ di Renzi, poi forniti al telefono a un call center fingendo di essere il premier, intenzionato a voler chiudere la fornitura elettrica.

Al termine del processo (giudice Sonia Caravelli) Ludovico Castiglioni è stato assolto dalla prima imputazione e condannato (5 mesi, 10 giorni, pena sospesa) per la seconda. La scorta di Renzi dubitò quando vide i tecnici Enel a Pontassieve: Renzi non aveva chiesto il distacco. Il dirigente Enel avvisato fece un esposto alla Polposta; la richiesta risultò attivata da un call center con telefonata da una cabina di Vado Ligure.

Destò attenzione l’accesso informatico del 5 dicembre, per vedere i dati, senza fare operazioni. Il Centro anticrimine informatico per la protezione delle infrastrutture critiche identificò l’autore dell’ingresso al sistema (provato) e della telefonata (non provata). Il difensore Carlo Alberto Caruso ha sostenuto l’impossibilità di correlare i 2 fatti: "Castiglioni testò il sistema per aggiornamenti. Usò un nome a caso: si parlava solo di Renzi. La telefonata al call center? No, era a Piacenza: lo provano le celle agganciate da 3 telefoni e la ’stimbratura’ sul lavoro. In 18 minuti non poteva essere a Vado...". Castiglioni è stato licenziato nel 2019.

g.sp.

 

 

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