Farina alle stelle, il pane è un lusso I fornai fiorentini lanciano l’allarme

Non bastassero i costi da capogiro di gas e luce, il settore è colpito dal rincaro delle materie prime "Il 13% delle imprese a rischio chiusura e il 21% pensa di ridurre l’attività": lo rivela un’indagine di Cna

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Bollette alle stelle, ma non solo quelle. Anche la farina, il lievito e il burro stanno avendo rincari tali da mettere in ginocchio i panificatori fiorentini. Circa il 13 per cento delle imprese è a rischio chiusura e circa il 21 per cento sta pensando di ridurre l’attività lavorativa entro fine anno.

È quanto emerge da un’indagine di Cna Firenze. Il settore, 432 attività (per il 72 per cento artigianali) è allo stremo, messo in ginocchio dal costante aumento dei costi di produzione (+30-40 per cento) e da rincari di ogni tipo. Dell’energia elettrica, del gas, del carburante, del lavoro, delle materie prime oltre i costi aggiuntivi dovuti all’applicazione dei protocolli per garantire la sicurezza sanitaria sia per i clienti che per gli addetti e agli imballaggi.

"Aumenti che stanno rendendo anti economica la produzione": spiega Andrea Panchetti, presidente dei dolciari e panificatori di Cna Firenze Metropolitana. Daniele Petruzzi, titolare del panificio La Spiga di via la Farina, crede che la situazione sia ancora più drammatica di quella che emerge dallo studio. La sua bolletta è passata da 2.700 euro di luglio 2021 a 8.100 euro di luglio 2022. "Nel 2021, alla fine dell’anno, ho speso 38mila euro di corrente, per i primi otto mesi del 2022 sono già a 66mila euro. Per non parlare dei prezzi alle stelle di farina, lievito, latticini, carta che sfiorano tutti il +25-30 per cento. Noi stiamo lavorando a rimessa".

"Ai rincari di luce e gas, bisogna aggiungere quello delle materie prime. Stiamo cercando di resistere, non abbiamo ritoccato il listino per andare incontro ai nostri clienti, ma è dura. Servono degli interventi urgenti": sottolinea Davide Romeo, titolare del forno Ghibellina Bakery di via Ghibellina Nemmeno i lievi aumenti dei prodotti al consumo a cui i panificatori non hanno potuto sottrarsi riescono ad alleviare una situazione dai connotati sempre più drammatici. Il filone di pane da mezzo chilo, per esempio, è passato da 1,50 euro di luglio 2021, a 1,70 euro di novembre 2021 fino a 1,90 euro di aprile 2022 segnando un +27 per cento in meno di un anno. Aumenti che, gioco forza, non possono spingersi oltre il limite attuale e che, già in questa forma, a causa dell’inflazione (8,4 per cento ad agosto), fanno registrare agli operatori del settore un calo vendite di circa il 9-10 per cento.

"Servono azioni tese all’alleggerimento delle bollette e all’azzeramento di tutti gli oneri di sistema, mettendo un tetto al prezzo del gas a livello europeo – prosegue Panchetti - Riteniamo inoltre necessario un azzeramento degli oneri del sistema contributivo previdenziale legato ai contratti di lavoro: in caso contrario diventerà difficile, se non impossibile, rispettare gli obblighi dei versamenti fiscali e previdenziali di prossima scadenza. Infine bisogna rivedere il modello di fissazione dei prezzi del gas e va attivata la moratoria sui finanziamenti per un periodo di almeno 12 mesi, così come è stato fatto durante l’emergenza pandemica".

Rossella Conte

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