
La famiglia di Sambuca è stata ricoverata dopo essersi intossicata col monossido di carbonio creato da due bracieri
Si sono vissuti momenti di paura nella notte di lunedì 18 novembre per una famiglia residente nella frazione della Sambuca comune di Barberino Tavarnelle, composta da mamma, babbo, una bambina e due fratellini di 9, 3 e 6 anni, soccorsi a causa delle esalazioni da monossido di carbonio sprigionato da due piccoli bracieri accesi all’interno delle stanze, sembra perché la caldaia non riusciva ad accendersi.
La richiesta di soccorso è arrivata al 112 dopo la mezzanotte di lunedì 18, fatta dal capofamiglia quando ha visto la moglie svenire.
Sul posto oltre alle ambulanze sono stati inviati anche i vigili del fuoco del distaccamento di San Casciano in Val di Pesa.
Sono stati i soccorritori ad accorgersi che all’interno dell’abitazione c’erano esalazioni di monossido di carbonio, causata dai bracieri.
Non c’era tempo da perdere, l’intera famiglia è stata portata in ospedale: i bambini al Meyer e i genitori a Careggi.
I vigili del fuoco si sono accertati anche delle condizioni di una famiglia che abita allo stesso piano, dopo avere bussato alla porta e svegliato gli inquilini, hanno subito fatto spalancare le finestre dell’appartamento perché il monossido di carbonio in una minima parte aveva invaso anche il loro appartamento, ma per fortuna per i due inquilini non c’è stato bisogno di ricorrere alle cure ospedaliere.
Sempre la mattina di lunedì 18 novembre i vigili del fuoco sono tornati nell’abitazione della famiglia ricoverata in ospedale ed hanno avvisato la polizia locale di quanto avvenuto.
Sembra che la famiglia intossicata abbia acceso i due bracieri poiché la caldaia non era ripartita ed era stata vana la richiesta d’intervento dell’assistenza, così inconsapevolmente per passare la notte particolarmente fredda in quanto l’abitazione si trova vicino al torrente Pesa, hanno pensato di accendere i due bracieri per sconfiggere il freddo, errore gravissimo in quanto hanno prodotto con questo sistema la formazione di gas incolore, inodore e insapore, altamente tossico.
La famiglia extracomunitari vive alla Sambuca da oltre venti anni, lui lavora in una fabbrica poco distante da casa, lei frequenta un centro a Tavarnelle, dove insegna ricamo. "E’ una famiglia eccezionale – racconta una vicina – i bambini quando passano per andare a scuola salutano e sono sempre sorridenti, il babbo è un gran lavoratore. Mi dispiace tanto di quanto sia successo, sembra impossibile al mondo d’oggi possano succedere cose del genere". Le ultime notizie sono che nel tardo pomeriggio di lunedì 18 la famiglia si sia ritrovata e abbracciata in ospedale, e presto torneranno nella loro casa alla Sambuca.