Fabrizio Moro, il ritorno "Mi manca Bigazzi"

Il cantautore sul palco a Firenze: concerto il 10 alle Cascine. Musica in una stanza creata . per voce, chitarre e pianoforte

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di Giovanni Ballerini

"E’ un concerto che avevo già intenzione di fare prima dello scoppio della pandemia quando registrai in studio per pianoforte a coda, chitarra e quartetto d’archi la raccolta in veste acustica “Canzoni d’amore nascoste“. Il tour nei teatri fu annullato, ma sono felice di riproporlo. Anche se sono abituato a palchi più epici e a essere un po’ più protetto dalla band, dal gioco di luci e dal livello del suono, questo mi sembra il momento migliore per mettermi a nudo e ritrovare il mio pubblico". Torna a suonare a Firenze Fabrizio Moro che con la tournée "Canzoni nella stanza" farà tappa sabato 10 luglio all’Anfiteatro delle Cascine Ernesto De Pascale. C’è grande attesa per il concerto in cui il cantautore romano sarà sulla ribalta con Danilo Molinari e Claudio Junior Bielli al pianoforte. Classe 1975, ha fatto dell’energia unita alla poesia, la sua cifra espressiva.

Fabrizio, che show ha allestito?

"Sul palco ho ricreato una stanza. Ci sono un tappeto, due chitarre e un pianoforte, Ci sono pure una bottiglia di vino e un posacenere. Vi vengo a trovare davvero stavolta e mi porto dietro questa roba, così vi faccio sentire come sono le canzoni quando nascono, senza arrangiamenti e senza troppi colori. Crude. essenziali. Ci vediamo a casa vostra, tanto ormai è anche un po’ casa mia".

Soprattutto Firenze?

"E’ la città che mi ha battezzato, perché per tre anni, dal 2006, ho vissuto a Settignano da Giancarlo Bigazzi. Ho lavorato con la sua equipe e Marco Falagiani. Mi hanno prodotto i primi due album e insegnato come si fa l’autore, il compositore, come si trattano testi e note".

Cosa le rimane di quella esperienza?

"Tanto. Giancarlo è stato il mio maestro. Mi manca il suo consiglio quando ho dei dubbi sulle canzoni. Lui centrava sempre l’obiettivo, come fece scegliendo “Pensa“, il brano che a Sanremo mi ha aperto la carriera".

Poi un Sanremo lo ha vinto, insieme a Ermal Meta?

"Sì, ma non sono una persona competitiva. La canzone della svolta fu “Portami via“, che arrivò solo settima".

Oggi come vive la creatività? "Ho 46 anni, due figli, ho fatto 10 album e continuo a esprimere le mie idee con meno rabbia e più equilibrio".

Presto farà un nuovo album? "Certo, tornare a suonare riapre le prospettive torna l’ispirazione. Sto pensando anche al nuovo tour e ho scritto un film insieme ad Alessio de Leonardis, che è stato aiuto regista dei Fratelli Taviani. L’abbiamo già girato e oltre a firmare con lui la regia firmo anche la colonna sonora. Uscirà a fine anno. E’ la storia di due amici, due pugili. Sono un fan di Rocky Balboa, Se non avessi visto a 12 anni quel film non avrei fatto il cantautore".

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