
La Toscana tra le regioni più colpite nel 2023 dagli eventi climatici estremi: otto eventi estremi (+2 rispetto al 2022) e ben la metà di questi sono nell’area fiorentina. Il report di Legambiente, in occasione della giornata mondiale dell’ambiente, rinforza l’allarme climatico. La regione più colpita è l’Emilia-Romagna (36 eventi estremi), seguita da Sicilia (15), Piemonte (10), Lazio (8), Lombardia (8) e Toscana (8). Per quanto riguarda l’area fiorentina il primo evento è stato a Calenzano, il 9 gennaio: tre auto sono rimaste bloccate nel sottopasso di via Caponnetto, a Calenzano, a causa delle forti piogge che lo hanno allagato. Si sono registrati 55 mm di pioggia concentrati in due ore. Pochi giorni dopo, il 19 gennaio, l’area di Bagno a Ripoli colpita dalla violenta grandinata che ha coperto di ghiaccio le strade, creando incolonnamenti fino a 13 chilometri sull’A1. Il 31 marzo ci sono state raffiche di vento di intensità eccezionale. L’ultimo evento (per ora), quello dell’Alto Mugello con i Comuni di Marradi, Firenzuola e Palazzuolo sul Senio che sono rimasti isolati dal lato romagnolo per le numerose frane causate dalle piogge abbondantissime. La linea ferroviaria tra Borgo San Lorenzo e Faenza è stata sospesa, le scuole sono state chiuse e diverse case sono state evacuate. In località Faggiola sono caduti 207 mm di pioggia in 36 ore. Insomma un caos. Eventi problematici si sono visti anche a Scansano (Grosseto), Cascina (Pisa), Volterra (Pisa) e Vernio (Prato).
"Gli otto eventi estremi che hanno caratterizzato questo semestre meteorologico in Toscana ci dimostrano plasticamente di quanto la frequenza di questi accadimenti sia direttamente ascrivibile all’aggravarsi della crisi climatica – afferma Fausto Ferruzza, presidente regionale di Legambiente –. Anche alle nostre latitudini, quindi, abbiamo il dovere di agire su un doppio binario. Da un lato lavorare sull’adattamento e quindi su una maggiore resilienza di città e territori; dall’altro, mettere in campo urgentemente politiche di mitigazione, volte a cambiare radicalmente il modello energetico".
Secondo Legambiente per aiutare l’ambiente e contrastare la crisi climatica in atto, servono politiche climatiche più ambiziose accompagnate da interventi concreti sia a livello nazionale sia a livello europeo. Da un lato l’Italia, deve accelerare il passo approvando il Piano di adattamento climatico di cui il nostro Paese è ancora sprovvisto e prevedendo risorse adeguate; aggiornando entro fine giugno il Pniec; approvando una legge contro il consumo di suolo che l’Italia attende da 11 anni.
Niccolò Gramigni