
Firenze, 21 novembre 2023 – Uno studio di commercialisti di Sesto Fiorentino pensato per assistere una clientela prevalentemente cinese dedita al “trucco” delle ditte apri-e-chiudi, così da poter evadere il fisco. E l’evasione c’è stata, poderosa, scoperta da un’indagine coordinata dalla Dda di Firenze con il nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza: 14 milioni e 264mila euro elusi all’Erario tra Irpef, Iva e sanzioni.
Il “gioco” funzionava grazie all’apertura e chiusura sistematica di imprese senza pagare le imposte, così da proseguire l’attività imprenditoriale cambiando nome e intestatario, reimpiegando i ricavi delle attività svolte e svuotando le casse delle imprese morenti. I dipendenti venivano spostati da una ditta all’altra mentre fornitori e clienti restavano gli stessi: trucchi contabili per una importante evasione fiscale in vari settori: pelletterie, borsifici, istituti di bellezza, parrucchieri, bar, ristoranti, quasi tutti a conduzione cinese.
La vicenda è arrivata a un passaggio importante, la sentenza di primo grado davanti al Gip di Firenze che in abbreviato ha condannato diciassette imputati: fra questi un imprenditore è stato condannato a 4 anni e 4 mesi di reclusione, due commercialisti a 4 anni, un altro professionista a 3 anni e 8 mesi. Condanne per il reato associativo e per reati tributari, oltre che la bancarotta fraudolenta.
Il tribunale ha disposto la confisca di beni e denaro per un totale di quasi 5 milioni di euro; un imprenditore ha patteggiato e tutti gli altri imputati sono stati rinviati a giudizio.
Da sottolineare che nel procedimento l’Agenzia delle Entrate si era costituita parte civile, ottenendo così un cospicuo risarcimento e ulteriori garanzie per il credito erariale.
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