OLGA MUGNAINI
Cronaca

Eugenio Cecconi. L’intimo legame con la Natura

I suoi ritratti di cani conquistavano il pubblico. Telemaco Signorini, che di Eugenio Cecconi era amico ed estimatore, osservava: "C’è...

I suoi ritratti di cani conquistavano il pubblico. Telemaco Signorini, che di Eugenio Cecconi era amico ed estimatore, osservava: "C’è...

I suoi ritratti di cani conquistavano il pubblico. Telemaco Signorini, che di Eugenio Cecconi era amico ed estimatore, osservava: "C’è...

I suoi ritratti di cani conquistavano il pubblico. Telemaco Signorini, che di Eugenio Cecconi era amico ed estimatore, osservava: "C’è gente nei cani di Cecconi", aggiungendo che "quando il Cecconi dipinge un cane ne fa il ritratto morale e fa capire ciò che ha già fatto e quello che sta per fare". È dedicata a questo pittore, amico dei Macchiaioli, la mostra al Forte Leopoldo I di Forte dei Marmi, promossa dal Comune e dalla Società di Belle Arti, con la curatela di Elisabetta Matteucci.

Il titolo è ’Giornate di caccia e di colore’, ma la retrospettiva su Cecconi non è riservata esclusivamente al fedele amico dell’uomo. Attraverso una significativa selezione di dipinti di diversi periodi e generi, articolata in sette sezioni, essa dà conto delle maestose vedute, delle scene di vita e di caccia in Maremma e della umile, fiera quotidianità dei suoi abitanti.

Cecconi amava raffigurare, oltre a butteri e cacciatori soprattutto le “fiere donne” impegnate nei lavori domestici e nei campi o dedite a offrire i doni della terra come fienaiole e, più in generale, raccoglitrici, lavandaie, traghettatrici, venditrici di arance e di polli. Grazie al suo pennello ed alla profonda capacità di penetrazione psicologica, ciascun volto è nobilitato dalle fattezze tipiche di una bellezza etrusca e animato da un’austera dignità, acquisendo così il valore di documento sociale di un’epoca, fra scene corali raffiguranti le attività legate al lento succedersi delle stagioni, come la fienagione o le pratiche venatorie.

Il pittore fissa sulla tela momenti faticosi della vita contadina e, anche quando alzano al cielo i forconi carichi di enormi fasci di fieno, i contadini paiono impegnati ad eseguire una sorta di coreografia bucolica. Quanto alle scene di caccia, si distanziano dalla pittura ufficiale inglese coeva; più che un’esigenza documentaristica, a Cecconi interessa restituire tutta l’eccitazione e la vitalità di un atavico rito sociale condiviso. "In Cecconi – sottolinea la curatrice della mostra, Elisabetta Matteucci – è evidente un intimo legame con la Natura e in particolare con il genius loci, spirito generatore dello spunto creativo".

’Luce dell’Etruria’ è la prima sezione. I ritmi antichi di vita contadina, apprezzati in particolare nelle zone limitrofe alla tenuta di Diego Martelli a Castiglioncello o a Ceppato di Lari, dove l’artista si dedica al paesaggio assieme all’amico Francesco Gioli, vengono registrati e riversati in liriche composizioni quali ’Il ritorno delle fienaiole’ e ’Caccia alle folaghe’. A seguire, ’Maremma fatale e fatata’, terra di forze primigenie, assiduamente frequentata dall’artista nella pratica venatoria.

A riprova dell’unione tra pittura e vita, nelle sezioni ’Inseguendo la preda’ e ’Dando la via agli stivali’ la caccia emerge non solo come semplice passione privata e condivisa, ma di sorgente principale. Tra i leitmotiv pittorici più apprezzati dalla ricercata committenza, ci sono le scene più aspre che fotografano la lotta per la vita e la definitiva sconfitta della preda; le sequenze di acceso dinamismo nelle quali la muta di cani si affanna nell’impeto della ricerca e inseguimento, fino alle placide composizioni corali in cui la figura umana si fonde con lo studio paesaggistico e che della caccia sottolineano l’aspetto di forte coesione sociale.

Fino al 9 novembre.