Durante la nostra esistenza di errori ne facciamo tanti che in genere coinvolgono le nostre scelte, le idee e la nostra progettualità. La parola “errore” fa fatica a scrollarsi di dosso l’aura negativa che la accompagna soprattutto in una epoca in cui tutto è orientato alla ricerca del successo e alla approvazione degli altri. E’ sempre più difficile incontrare persone disposte a riconoscere gli sbagli fatti e partendo da questi ridisegnare i propri pensieri anche se prima o poi i passi falsi nella vita presentano il conto mandando in mille pezzi relazioni sulle quali contavamo e fino a quel momento gratificanti.
Magari si sbaglia senza rendersene conto per l’attaccamento ai propri progetti ,nel dare valore più alle idee che alla realtà forse per non mettersi in discussione o per insofferenza del dubbio. In realtà l’errore è radicato nella specie umana, che è fatta in modo tale che inevitabilmente commette spropositi. Il fatto stesso di essere uomini ci porta ad errare. Ogni uomo insieme agli sbagli che realizza in genere come uomo, compie quelli legati alla sua particolare individualità, alle relazioni con il genere umano e al suo linguaggio che è convenzionale ed equivoco. Per esempio in politica di fronte a evidenti difficoltà e a mancate promesse, tocca ad assistere a situazioni e teatrini piuttosto penosi con attori impegnati a dimostrare l’indimostrabile. In certi casi gli errori e le mancanze vengono difese con arroganza quanto più consistenti si rivelano essere gli argomenti trattati. Riconoscendo gli sbagli fatti si può paradossalmente mettere le basi per costruire progetti credibili, ridestare desideri e passioni e rimettersi sulla giusta strada con tanta speranza ma con poche certezze. L’errore ci ricorda di cosa davvero abbiamo bisogno per una nostra realizzazione e ci costringe a pensare che il mondo non gira intorno noi e che il vero errore che dobbiamo evitare è quello dal quale non si impara nulla. Il filosofo R. Popper ha scritto "Se non osiamo affrontare problemi che sono così difficili da rendere l’errore quasi inevitabile, non vi sarà allora sviluppo della conoscenza. Nessuno può evitare di fare errori; la cosa grande è imparare da essi".