Un concerto da non perdere a San Casciano con uno dei migliori jazzisti italiani, il pianista, compositore e arrangiatore, Enrico Pieranunzi (in foto), che domenica alle 21, si esibirà al Teatro Niccolini in esclusiva toscana con il suo trio, che vede il contrabbassista Thomas Fonnesbaek e il batterista Francesco Petreni, coadiuvare il musicista romano, classe 1949, in un repertorio di brani originali, improvvisazioni e classici del jazz.
Pieranunzi, è un evento vederla suonare in Toscana?
"Non dipende da me. Purtroppo il jazz è in un momento di contrazione e le possibilità di suonare sono sempre di meno perché il mercato è dominato da tutt’altro e i club, i promoter, fanno fatica sul piano economico".
Che ne pensa delle nuove generazioni del jazz?
"Ce ne sono di promettenti, ma tanti vanno all’estero, come in tanti altri campi. Molti vanno in Olanda, perché c’è più attenzione, corsi ben fatti e occasioni di suonare".
E’ una situazione molto seria?
"Qui da noi se un giovane diventa bravo e meriterebbe compensi maggiori, i club non se li possono permettere. Per me è un’altra cosa, non mi lamento affatto, visto che tengo molti masterclass, in cui vedo ragazzi anche bravi a cui non riesco a capire quale destino possa toccare".
I media guardano da un’altra parte?
"Non solo loro. Il paese si ferma per una partita di calcio o per Sanremo. Il jazz è una realtà minore e molto laterale, per questo muove pochi soldi".
Come si trova con questo trio?
"Benissimo. Con Francesco Petreni ci troviamo da molti anni, grazie anche a Siena Jazz, mentre ho notato Thomas Fonnesbaek in Danimarca. Insieme abbiamo fatto 4 concerti in Germania, proseguiamo in Italia".
A San Casciano darete spazio all’improvvisazione?
"Sì, interpreteremo un gruppo di miei brani originali che da un po’ porto avanti, solo un paio di standard di jazz americano, se ne fanno sempre meno perché, almeno secondo me la sudditanza con gli Usa è finita e si compongono buoni pezzi anche qui. Poi faremo brani improvvisati sul momento, pezzi unici, irripetibili".
Ha in cantiere qualche disco nuovo?
"Dal 1975 a oggi, ho superato i 100 a mio nome, ma ho ancora voglia di comporre anche se i dischi sono in crisi. Io sono in controtendenza, è ancora emozionante andare in studio di registrazione, comporre, illuminare situazioni diverse. Con Marc Johnson e Joey Baron pubblicheremo a giugno con la Cam Jazz un disco registrato dal vivo a Parigi. E, a maggio, un altro in Francia da me dedicato a Gabriel Fauré di cui ricorre il centenario della morte. Riprenderò la sua scrittura classica per trasformarla in altro, insieme a Andres Ceccarelli, Diego Imbert, Gabriele Mirabassi e Simona Severini, una cantante milanese di grande classe".