Emergenza case, 130 sfratti ogni mese

Sunia e Cgil: "Dati da allarme rosso". La morosità incide al 98%. Il nodo dell’edilizia popolare: "In città sfitte 800 abitazioni su 8.100"

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di Barbara Berti

"Riattivare subito le commissioni territoriali sul disagio abitativo, prevedere stanziamenti economici comunali per aiutare le famiglie con le bollette e far funzionare veramente l’agenzia per la casa". E’ quanto chiedono al Comune di Firenze il sindacato degli inquilini Sunia e la Cgil lanciando un nuovo grido d’allarme relativo alla situazione abitativa. "La combinazione tra gli sfratti, il rialzo dei prezzi dei beni energetici, dei prodotti alimentari e dei beni di prima necessità, l’incertezza per la guerra ucraina, la perdita di potere d’acquisto, di salari e pensioni rischia di portarci di fronte al boom dell’emergenza abitativa, dove affitti alti e caro bollette si rivelano un mix terribile, che rischia di mettere in ginocchio migliaia di famiglie fiorentine", dicono Giancarla Casini (Cgil Firenze) e Laura Grandi (Sunia Firenze e Toscana). Sunia e Cgil parlano di "allarme rosso", in seguito alla ripresa delle esecuzioni degli sfratti a partire dal 1° gennaio scorso (dopo lo stop di 18 mesi dovuto all’emergenza pandemica).

Secondo i dati dei sindacati, a Firenze nel primo bimestre 2022 si registrano più di 50 convalide di sfratti alla settimana, che escono dalle stanze del Tribunale di Firenze, di cui il 98% sono sfratti per morosità (cioè relativi a situazione in cui gli inquilini non riescono più a pagare l’affitto). "Da maggio si prevedono in città 130 sfratti con forza pubblica al mese, con una previsione di 2.400 sfratti convalidati nel 2022", continua Grandi. I due sindacati denunciano prezzi degli affitti sempre più alti, a Firenze città ma anche in altre zone dell’area metropolitana (per esempio a Scandicci, dove i prezzi sono molto aumentati dopo la costruzione della tramvia). Con il ritorno del turismo di massa, inoltre, "il mercato delle locazioni turistiche asfissia la possibilità dei residenti di trovare una soluzione abitativa", aggiunge Casini.

C’è poi tutto il capitolo relativo alle case popolari. A Firenze, secondo i dati dei sindacati, sarebbero un decimo, 800 su un totale di 8.100, le case popolari sfitte, perché da ristrutturare o perché non riassegnate in tempi brevi dopo il decesso dell’assegnatario precedente. Case che, se risistemate e assegnate velocemente, potrebbero alleviare il disagio abitativo. A livello metropolitano sono sfitti invece circa mille alloggi Erp su 12mila. Nell’intera Toscana circa 3.700 su 56mila.

La richiesta è dunque quella di maggiori investimenti sul diritto alla casa. "In pochi anni abbiamo visto sorgere tanti studentati di lusso, mentre le case popolari sono ferme. E tanti finiscono in strada", aggiunge Grandi ricordando che in "Toscana non una casa popolare in più è stata finanziata con i fondi del Pnrr", mentre sono stati stanziati fondi per la riqualificazione degli alloggi. "Il problema dell’abitare non riguarda solo ‘poveri’ o disoccupati, ma va a toccare sempre più ampie fasce sociali" dice ancora Casini. Da gennaio al 3 aprile scorso, agli sportelli del Sunia e della Cgil si sono rivolte tantissime persone. Su 872 contatti, il 44% sono cittadini stranieri e il 56% italiani. Di questi il 49% sono pensionati (di cui l’80% con pensioni minime), l’11% sono partite Iva (commercianti), il 27% sono famiglie di lavoratori e il 13% cittadini che lavorano irregolarmente (a nero).

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