
Elezioni "Una politica di prossimità". Buoncompagni in cerca di riscatto
Enrico Buoncompagni è in corsa per le amminsitrative. Ex vicesindaco e assessore ai Lavori pubblici, si vide togliere le deleghe a maggio. Ora scende in campo con una lista civica.
Dove nasce questo rinnovato impegno?
"Dopo la fine della mia esperienza in giunta per ragioni puramente politiche, ho continuato nell’ascolto dei cittadini, delle associazioni e ho curato le relazioni già instaurate. Dall’ascolto dei bisogni reali del territorio, con un gruppo appassionato, è nato un programma elettorale concreto in cui il cittadino è al centro".
Il sindaco Mugnai l’aveva accusata di "inciuci con l’opposizione"...
"Già al tempo ho spiegato che non era così. Io non ero tesserato del Pd, ma indipendente: così sono rimasto e ho portato avanti con coerenza le idee in cui credo. Non era mio interesse allinearmi ai partiti. Da tempo avevo in testa una mia idea: quando mi hanno tolto le deleghe, è diventata sempre più concreta e ha trovato il sostegno di tante persone e cittadini".
In questi mesi si è vociferato di un possibile suo sostegno da Italia Viva (il segretario Matteo Nocentini era tra i presenti al suo evento inaugurale), dei 5Stelle, del centrodestra. È vero?
"La mia è una lista civica. Partiamo da un programma specifico e concreto. Se qualche forza politica lo condivide e vuole sostenere questo percorso, io come sempre detto sono disponibile a dialogare ed a valutare un percorso comune che resti civico. Con chi ha lavorato o lavorerà contro di me, non mi metto neanche a sedere. Questa è una certezza".
Quale può sintetizzare il suo programma?
"Una politica di prossimità. Le porte di sindaco e giunta saranno sempre aperte per i cittadini, non su appuntamento. Voglio istituire un tecnico, vigile e cantoniere di quartiere. Ogni frazione avrà un funzionario di riferimento con cui relazionarsi direttamente e una squadra di operai comunali dedicati. Dalla conoscenza e dal contatto diretto, si possono dare risposte concrete".
Quali sono i temi caldi del territorio?
"Il secondo ponte sull’Arno è un’opera sovracomunale attesa da anni, ma è fondamentale, come altre infrastrutture: propongo un patto di sviluppo tra Città Metropolitana, Comuni e associazioni con tempi e risorse certe. Sul fronte Serristori, il Centro medico avanzato non ha alcuna funzione aggiuntiva rispetto ai medici di base: è un contentino politico. Se i grandi ospedali non possono gestire anche i codici minori, la soluzione è potenziare i presidi decentrati: a Figline deve tornare almeno un primo soccorso, ma solo come tappa per riaprire il vero pronto soccorso".