ERIKA PONTINI
Cronaca

"Edili migranti: vite precarie e tragedie silenziose nel cantiere italiano"

Lavoratori stranieri precari nel settore edile in Italia: guadagni bassi, condizioni di vita difficili e tragedie nascoste. Firenze, simbolo di integrazione, non vede i fantasmi di questa realtà.

Trecento euro a settimana, spicciolo più, spicciolo meno. Un alloggio precario in trasferta: appartamenti affittati al risparmio dalle ditte fuori città perché dentro le mura sarebbe troppo caro, e uno zaino in spalla per girare l’Italia. Da Bergamo a Barletta a Firenze, per gettare calcestruzzo dove serve, con il mestiere imparato in cantiere guardando i più esperti o avendo partecipato a qualche sporadico corso di formazione. Che a 24 anni e con un passaporto straniero non dovrebbero essere stati poi così tanti. Un contratto da edile o da metalmeccanico, in mezzo ci ballano 2-300 euro e quindi la sopravvivenza di intere famiglie lasciate tra Casablanca, Tunisi e Bucarest. Peggio delle storie dei migranti italiani che andavano in Svizzera con la valigia di cartone.

Sono i fantasmi di questa tragedia che si fatica a raccontare: arrivati dal Magreb forse sui barconi, insultati e scherniti. E poi morti mentre costruivano un supermercato per i clienti di Firenze. Sì, proprio a Firenze, la città che ha fatto dell’integrazione la propria bandiera e che però non si accorge del mondo di sotto. Accecata dalla bellezza con il rischio di diventare indifferente alle storie degli ultimi.

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