Edifici scolastici. Investire sempre

Sorprende in via di principio che qualcuno possa criticare un’amministrazione comunale come accaduto a Calenzano per avere programmato un investimento...

Sorprende in via di principio che qualcuno possa criticare un’amministrazione comunale come accaduto a Calenzano per avere programmato un investimento economico volto a costruire una scuola primaria e a ristrutturarne un’altra, con la motivazione del numero degli alunni destinato a scendere negli anni per il calo delle nascite. A prescindere dal caso specifico, il discorso a mio avviso va rovesciato. L’incentivazione a livello nazionale e locale a un incremento dei nuclei familiari, la necessità di una immigrazione controllata, ma indispensabile per sopperire alla carenza di mano d’opera in certi settori lavorativi, deve indurre ad auspicare e quindi a prevedere una inversione di tendenza alla diminuzione della natalità. Se ben finalizzato, ogni investimento rivolto alla scuola è provvidenziale. I disagi di tutti, docenti, studenti, genitori riempiono le cronache ogni giorno: locali spesso non in grado di accogliere giovani e giovanissimi; la lacunosa funzionalità dei riscaldamenti, impianti vetusti, mancate ristrutturazioni e quant’altro rendono proprio gli ambienti scolastici fra i più precari dell’intero contesto sociale, per non parlare della difficoltà dei collegamenti. Le risorse tese a migliorare le condizioni dei luoghi dove si insegna e si studia – funzione fondamentale in un Paese civile, ieri come oggi e ancor più domani, a fronte di un vertiginoso ritmo di crescita che ci obbliga a stare al passo con i tempi – devono avere un’attrazione a una destinazione prioritaria, purtroppo ancora inadeguata. Le classi non sono solo stanze da riempire di numeri, ma di persone; sono luoghi di formazione che si estendono dal puro apprendimento alle funzioni sociali, ai benefici formativi derivanti da quello “stare insieme“ drammaticamente venuto meno nel periodo del Covid. Con le conseguenze note. Ben vengano dunque moderni spazi a disposizione: magari accanto alle aule si fanno laboratori e biblioteche. Ricordiamo l’esempio della scuola elementare della Montagnola all’Isolotto, costruita nel 1963 e inaugurata dal sindaco La Pira, con a fianco la biblioteca: sviluppatasi in questi sessant’anni a vantaggio dell’intero quartiere.