
di Stefano Brogioni
FIRENZE
Filippo Spiezia rimette in moto la procura di Firenze. "Diventeremo un ufficio modello", promette il nuovo capo nel suo intervento a conclusione della cerimonia che ha accompagnato la sua "immissione nelle funzioni", formalizzata dal presidente del tribunale Marilena Rizzo in un’aula 28 gremita di magistrati e autorità cittadine.
Collaborazione, condivisione, riserbo: sono alcune delle parole chiave che guideranno il mandato del successore di Giuseppe Creazzo.
Spiezia, 60 anni, napoletano di Nola, fino allo scorso agosto nei ranghi dell’organo internazionale Eurojust come membro italiano, eredita gli onori di una giurisdizione prestigiosa, ma anche gli oneri di un periodo difficile e di massima esposizione mediatica, a causa di alcune inchieste.
Una su tutte: Open. A spiegare a Spiezia com’è stato difficile fare il pubblico ministero a Firenze negli ultimi mesi ci pensa il procuratore aggiunto Gabriele Mazzotta. Prende per primo la parola, e in un lungo intervento ricorda certi "insensati conflitti" derivati dalla "trattazione di processi a evidenza mediatica", che talvolta, "pur facendo salvo il giudizio della libera critica" sono "trascesi in aspre polemiche se non contumelie verso taluni pubblici ministeri".
Il riferimento, anche se non viene esplicitato, è ai colleghi che hanno chiesto il rinvio a giudizio di Matteo Renzi, Luca Turco e Antonino Nastasi, a loro volta denunciati - sia in sede disciplinare che penale - dal leader di Italia Viva.
"Da queste denigrazioni pubbliche la comunità tutta non trae benefici. Per questo ci auguriamo che l’ufficio possa ora ritrovare quella serenità necessaria", conclude Mazzotta, ricordando anche le lacune di organico da colmare.
C’era tanta gente, nell’auditorium del palazzo di giustizia di Novoli. Tantissimi magistrati dell’ufficio e delle altre sedi del distretto. Per l’occasione, è tornato a Firenze anche Giuseppe Creazzo. Stretta di mano anche tra Spiezia e Ettore Squillace Greco, prossimo procuratore generale e “rivale“ nel testa a testa al plenum del Csm vinto da Spiezia per il voto doppio del vicepresidente Pinelli.
Per l’occasione, è tornato a Novoli anche il procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo. Nell’augurare buon lavoro al collega e amico, ha ricordato le parole del Presidente Mattarella pronunciate in occasione nel trentennale dei Georgofili, per investire il nuovo procuratore del compito di saldare quel "debito di verità e giustizia" verso le vittime degli attentati del 1993. Il fascicolo sui "mandanti a volto coperto" è un’altra delle grandi sfide che aspetta la procura, che potrebbe essere presto definito. Poi, ci sono le indagini sulla scomparsa della piccola Kata, questione anch’essa finita sotto i riflettori nazionali.
"Raccolgo il testimone da Giuseppe Creazzo consapevole della responsabilità che mi attende - ha detto Spiezia, prendendo per ultimo la parola -. Mi sento sereno a iniziare questo percorso, forte di un’esperienza che non è solo internazionale ma che nasce in primo luogo in virtù di una forte esperienza sul campo. Mi avvio con determinazione, serenità e coraggio a svolgere il mio compito. Abbiamo sfide di sistema e sfide specifiche di questa Procura. Abbiamo bisogno di recuperare alla nostra azione il riserbo necessario del pubblico ministero. Nell’ufficio lavoreremo con un metodo basato sulla collaborazione e sulla progettualità e che sappia guardare avanti. Vogliamo diventare un ufficio modello, anche a livello nazionale".
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