Morte di Duccio Dini, 7 rom a processo per omicidio

Il 29enne venne travolto e ucciso il 10 giugno del 2018 a Firenze da un'auto coinvolta in un inseguimento. Prima udienza il prossimo 4 luglio

Duccio Dini

Duccio Dini

Firenze, 13 maggio 2019 - Andranno tutti a processo gli indagati per la morte di Duccio Dini, il 29enne travolto e ucciso il 10 giugno scorso a Firenze da un'auto coinvolta in un inseguimento.

Il gip Angela Fantechi ha disposto il rinvio a giudizio per sette persone di etnia rom. La prima udienza è stata fissata per il 4 luglio prossimo nell'aula bunker di Firenze. Al momento, due degli arrestati sono in carcere, cinque ai domiciliari. Tra le parti civili, l'associazione Amici di Duccio Dini Onlus, il Comune di Firenze e i familiari del 29enne.

Secondo quanto ricostruito nel corso delle indagini, il 10 giugno DEL 2018, una domenica, Duccio Dini stava andando al lavoro ed era fermo sul suo scooter al semaforo fra viale Canova e via Simone Martini quando fu travolto da una Volvo impegnata in un inseguimento ad alta velocità, scaturito da una lite tra parenti nel parcheggio del supermercato Esselunga di viale Canova.

Quattro le auto coinvolte e lanciate a 100 chilometri all'ora: una Lancia Libra guidata da Antonio Mustafa, 44 anni; una Volvo su cui viaggiavano Remzi Amet, 65 anni, Remzi Mustafa, 20 anni, e Dehran Mustafa, 36 anni; una Opel Vivara a bordo della quale si trovavano Emin Gani, 27 anni, e Kole Amet, 39. Lanciate a 100 km all'ora, le auto inseguivano la Opel Zafira di Bajram Rufat, 43 anni, sposato con la figlia di Remzi Amet, ed erano riuscite più volte a speronarla finché l'utilitaria, ormai senza controllo, si era schiantata contro un palo e poi contro un albero, incendiandosi.

Mentre Bajram Rufat, ferito, riusciva a mettersi in salvo, la Volvo sbandava, urtava un'auto in transito e si schiantava contro il motorino di Duccio Dini. Trasportato in coma all'ospedale fiorentino di Careggi, il giovane morì qualche ora più tardi.

IL SINDACO NARDELLA: IL COMUNE AMMESSO COME PARTE CIVILE NEL PROCESSO  - "Ho appreso con soddisfazione che questa mattina il giudice del processo sull'omicidio del nostro giovane concittadino Duccio Dini, oltre ad aver rinviato a giudizio tutti i responsabili indagati, ha ammesso il Comune di Firenze come parte civile nel processo stesso. Questa decisione ci consentirà di stare accanto alla famiglia durante tutto il processo e di far valere le ragioni del Comune sul danno subito dalla città di Firenze e dall'intera comunità fiorentina, causato da un atto di violenza bruta e gratuita per il quale mi auguro si arrivi a pene esemplari". Lo afferma il sindaco di Firenze Dario Nardella. "Siamo fiduciosi nell'operato della magistratura e vicini alla famiglia di Duccio - aggiunge Nardella -, ai suoi amici e alla comunità dell'Isolotto, che ha dolorosamente patito una ferita profonda. Ringrazio infine l'avvocatura per l'impegno profuso per richiedere la costituzione di parte civile, andremo avanti fino alla fine con la massima determinazione". 

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