Donne e lavoro: "Salari più bassi per le femmine"

Incontro a Pontassieve evidenzia divario retributivo e occupazionale tra uomini e donne nelle 1508 imprese femminili attive tra Valdarno e Valdisieve, con proposte per favorire l'auto-imprenditorialità femminile.

Donne e lavoro: "Salari più bassi per le femmine"

Donne e lavoro: "Salari più bassi per le femmine"

Ben 1508 imprese al femminile attive tra Valdarno e Valdisieve - in diminuzione dell’uno per cento rispetto allo scorso anno - con, ancora, un netto divario retributivo ed occupazionale tra uomini e donne. Elementi, questi, che sono emersi da un incontro promosso a Pontassieve dalla Cna locale per discutere temi legati al lavoro femminile. In zona le imprese femminili attive sono 73 a Dicomano (-4% rispetto al 2022), 475 a Figline ed Incisa Valdarno (-1%), 32 a Londa (+3%), 104 a Pelago (-1%), 302 a Pontassieve (-0,6%), 253 a Reggello (stabile), 129 a Rignano sull’Arno (+1,5%), 109 a Rufina (-3%) e 31 a San Godenzo (-11%). Dati - ultimi disponibili - relativi al secondo trimestre 2023 sullo stesso periodo dell’anno precedente. Tra i punti critici emersi nel corso dell’incontro, il divario occupazionale e retributivo tra uomini e donne. I dati dell’Inps del 2022 a livello nazionale - riflessi in termini simili anche a livello locale - mostrano un tasso di occupazione femminile del 51,1%, inferiore al 69,2% degli uomini, con un divario occupazionale di circa 18 punti percentuali. Le retribuzioni delle donne, inoltre, sono inferiori del quaranta per cento nel settore privato e del sedici nel pubblico rispetto a quelle degli uomini, riflettendo disparità strutturali che vanno affrontate con decisione. "Questo - spiega Tamara Ermini, VicePresidente di Cna Firenze Metropolitana - perché le donne tendono a lavorare meno ore degli uomini poiché sulle loro spalle ricade una grossa parte di lavoro non retribuito nelle attività domestiche e di cura". Sandra Pelli, Presidente di Cna Valdarno Valdisieve, ha sottolineato l’importanza di superare i gap legati al lavoro femminile e di adottare anche a livello locale interventi mirati per favorire l’auto-imprenditorialità, sia attraverso il lavoro autonomo che quello subordinato.

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