"Dolori forti, fame d’aria e infezioni. Dopo 4 mesi il Covid non mi molla"

Vittorio Betti, giornalista tv, racconta la sua odissea iniziata a metà di maggio con febbre altissima "Mi hanno dimesso a giugno ma ancora oggi cammino e parlo con fatica. E la notte non respiro"

Vittorio Betti prima di essere contagiato dal coronavirus

Vittorio Betti prima di essere contagiato dal coronavirus

Firenze, 29 settembre 2020 - "Sto parlando con te da dieci minuti e non riesco più a respirare, non se ne esce, è un incubo questo Covid". Vittorio Betti, 62 anni, volto gentile e pacato di Toscana Tv, dopo 4 mesi tondi dal contagio non riesce ancora a togliersi di dosso le unghie cattive del Coronavirus.

Vittorio, prima di tutto come va?

"Oggi maluccio, mi è spuntata un’infiammazione alla bocca. Così, all’improvviso e senza motivo. Questa bestiaccia non molla mai"

Quando si è ammalato?

"Mi hanno ricoverato a Careggi il 21 maggio, ma credo proprio di aver contratto il virus in ospedale quindici giorni prima".

Ci spieghi meglio.

"Durante il lockdown ho avuto un incidente domestico, mi sono infortunato alla schiena. Quindi sono stato una settimana in ospedale per curarmi e quando sono tornato a casa mi è venuta la febbre".

Alta?

"Saliva ora dopo ora, fino quasi a 39. E’ stato allora che mi sono detto ’L’ho preso’".

Altri sintomi?

"Nessuno di quelli classici. Non avevo perso l’olfatto e nemmeno il gusto. Niente tosse e neanche mal di gola".

E siamo a Careggi.

"Mi fanno subito le analisi: polmonite bilaterale. Vengo trasportato a infettivologia. Per due giorni e mezzo sono stato attaccato all’ossigeno. Un incubo. Sei da solo, senti solo il rumore dei tubicini. E la febbre sempre più alta, fino a 40,2...".

E’ sempre rimasto cosciente?

"Sì perché mi davano delle bombe di tachipirina e la temperatura scendeva. In dieci giorni ho perso otto chili. Il primo giugno sono uscito: rivedere mia moglie, la casa mi è sembrato un sogno".

Ma il Covid non aveva ancora finito il suo lavoro...

"Purtroppo no. Con l’estate è iniziata la via Crucis delle scorie".

Dolori?

"Non subito. La prima cosa che mi è venuta è stata una congiuntivite, vedevo malissimo. Poi è stata la volta dei rash cutanei, un’orticaria tremenda. Infine i problemi alle gambe".

Ovvero?

"Neuropatia. Dolori al polpaccio, difficoltà a camminare".

Quanto durerà questo strazio secondo i medici?

"Diversi mesi purtroppo. L’unica nota lieta in questa storia è che mia moglie, mia suocera e mia mamma che ha 95 anni sono sempre risultate negative".

Non è strano che una persona sana e comunque ancora giovane come lei abbia avuto tutte questi strascichi?

"Grazie per il giovane, ma i sessanta li ho passati. Comunque no, questo è un grande equivoco. Le persone devono capire che questo virus può procurare guai seri a persone di ogni età".

In ospedale è stata dura vedere tanta sofferenze

"Ho conosciuto un anziano che è arrivato e sembrava stesse bene, poi purtroppo non ce l’ha fatta. Un’altra persona che ho incontrato a Careggi gira ancora in casa con l’ossigeno".

In molti parlano di questa ’fame d’aria’

"E’ psicologicamente devastante. Ancora oggi, la notte, vado in apnea e ho gli attacchi di panico. E poi parlare è sempre faticoso. Ora ad esempio sto finendo l’aria e sono sudato fradicio. Però un’ultima cosa vorrei dirla".

Certo

"A Careggi sono fantastici. Mi fanno analisi di continuo, sono precisi, bravissimi. Da un privato avrei già speso mille euro".

Un messaggio alla gente?

"Il Covid è una lezione, a me ha cambiato la vita. Nonostante gli strascichi mi ha fatto capire l’importanza delle cose. Ragazzi, attenti. Non è uno scherzo il Covid e non basta darsi un po’ di gel alle mani".

 

 

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