
Doccia fredda Airbnb. Milioni evasi a Firenze. Sferzata del sindaco: "L’allarme era fondato"
Doccia fredda per il colosso degli affitti brevi Airbnb. La guarddia di finanza ha infatto sequestrato 779 milioni alla piattaforma, accusata di aver evaso le tasse e non aver rispettato gli obblighi dettati dalla legge nazionale del 2017. La stessa che impone all’azienda di agire da sostituto d’imposta, trattenendo il 21% degli affitti incassati dai proprietari. Secondo la procura l’azienda non avrebbe pagato la cedolare per una base imponibile di quasi quattro miliardi di euro. Dato il peso delle città d’arte sulla bilancia del turismo italiano ci si può aspettare che una bella fetta dei milioni nascosti al fisco dalla piattaforma arrivi proprio dalla culla del Rinascimento. i dati ci dicono che l’impatto economico degli affitti brevi nel capoluogo toscano si aggirava intorno ai 445 milioni di euro. Posizionandosi come la seconda città italiana per valore assoluto, subito dopo Roma. Le percentuali dell’impatto di Firenze sul totale italiano non sono facili da calcolare, ma la posizione in classifica del capoluogo, lascia intendere come quest’ultimo giochi un ruolo di primo piano e abbia un peso rilevante sulla bilancia della piattaforma.
La stessa città che con la multinazionale si è lanciata in un vero testa a testa. Non è raro imbattersi in condomini completamente invasi dagli affitti brevi, e i residenti dentro le mura stanno diventando sempre più una merce rara. Anche le attività economiche e gli esercizi commerciali per i cittadini stanno sparendo, diventando vetrine per turisti. Il sindaco si è fatto portatore di questa battaglia. E’ dello scorso ottobre scorso la delibera voluta dalla maggioranza che prevede lo stop a nuovi Airbnb nell’area del centro storico. Una decisione che ha fatto discutere e ha scatenato l’ira delle opposizioni, in particolare delle ali più liberali. Ma Nardella è scettico anche sull’utilità del sistema di cedolare secca, introdotto dal Governo: "Non sarà una cedolare secca a far passare i proprietari di case dagli affitti turistici brevi agli affitti lunghi o alla residenza – spiega il primo cittadino – finisce solo per far arrabbiare qualche proprietario ma non porta risorse nelle casse dello stato". E sul sequestro della guardia di finanza è chiaro: "È la dimostrazione che la deregulation e l’assenza di controlli sono un problema gigantesco nel campo degli affitti brevi". Nardella traccia come possibile soluzione la zonizzazione, ovvero la possibilità per i sindaci di individuare i quartiere più a rischio e limitare o bloccare temporaneamente l’aumento degli affitti turistici brevi" conclude. Ma anche Federalberghi è attiva su questo su fronte e guardando la sentenza con la quale il Consiglio di Stato obbligava Air Bnb a versare al fisco la ritenuta sui canoni si era detta speranzosa che "mettesse la parola fine alla questione". Sul punto il presidente nazionale Bernabò Bocca: "Il sequestro è un segnale positivo – dice – Le tasse le paghiamo tutti. E’giusto che le paghino anche loro. Finalmente la corte di giustizia europea ha detto che la legge fatta dal parlamento italiano è una legge legittima".