
Diritti dei figli di coppie gay Bufera in consiglio comunale "Dobbiano tutelare tutti"
di Niccolò Gramigni
È scontro totale. Politico. Di diritti. Il tema è il riconoscimento dei figli delle coppie omogenitoriali. I sindaci di Roma, Roberto Gualtieri, Milano Beppe Sala, Napoli, Gaetano Manfredi, Bologna, Matteo Lepore, Firenze, Dario Nardella, e Bari, Antonio Decaro da una parte, il governo dall’altra. I primi cittadini hanno ufficialmente lanciato la mobilitazione del 12 maggio a Torino "contro le discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere, per i diritti di tutte le famiglie". Nardella ha aderito subito e si è affrettato a dire che "Firenze è pronta a riprendere la registrazione dei figli di coppie omogenitoriali che vivono e risiedono nel nostro comune".
"Non voglio voltarmi dall’altra parte", la stoccata del sindaco a proposito del blocco imposto dal governo proprio alle registrazioni dei figli. Il fronte dei sindaci ha chiesto un confronto al ministro della Famiglia Eugenia Roccella. Ed è arrivata la seconda stoccata della giornata, stavolta da Roma: "Non c’è un confronto da fare - ha replicato Roccella -. I sindaci non stanno protestando contro la circolare Piantedosi ma contro la sentenza della Cassazione".
Nel tardo pomeriggio, dal consiglio comunale, riecco Nardella: "Noi abbiamo chiesto un dialogo - ha controreplicato -. Le dichiarazioni della ministra Roccella di rifiuto totale denotano un atteggiamento di intolleranza nei confronti di esponenti istituzionali, quali siamo noi sindaci. Mi auguro che la presidente Meloni approfondisca questo aspetto e accolga una semplice e onesta richiesta di confronto e di dialogo da parte dei sindaci di alcune delle più importanti città d’Italia anche perché il nostro è stato un appello aperto, senza pregiudiziali, trasparente e basato sul buon senso".
La giunta è tutta dalla parte di Nardella: "I diritti di bambine e bambini vengono prima di tutto - ha spiegato l’assessore a diritti e pari opportunità Benedetta Albanese -. E Firenze si prende nei loro confronti quella responsabilità che il governo non vuole e tenta di colmare un vuoto di tutela su cui il Parlamento deve intervenire al più presto".
Molto sensibile sul tema anche l’assessore Andrea Giorgio: "Il governo vive di spauracchi e ideologie – ha affermato -. Qui non si tratta di discutere di diritti in astratto, si tratta di tutelare i diritti di chi già è con noi". Nonostante la discussione sul bilancio, il tema ha toccato anche il consiglio comunale.
Antonella Bundu e Dmitrij Palagi di Sinistra Progetto Comune hanno detto di "essere sempre a favore di ogni azione contro tutte le discriminazioni che colpiscono le coppie omogenitoriali", Barbara Felleca di Iv ha osservato che è necessario "cercare ogni soluzione per un tema sul quale deve intervenire il Parlamento", Alessandro Draghi e Jacopo Cellai di Fdi hanno precisato che "iscrivere all’anagrafe figli di famiglie monogenitoriali rappresenta un’ingiustizia, una scelta che incoraggia a ricorrere all’utero in affitto, pratica razzista e classista. Noi non ci stiamo".
"Viva l’amore in ogni sua forma, ma i bambini non si comprano", il duro attacco del capogruppo Lega Federico Bussolin secondo cui "Nardella sbaglia metodo e battaglia".