Quirinale. "E' il momento di una donna. E' una questione di giustizia"

La campagna lanciata dalla Conferenza delle donne democratiche della Toscana

Il Quirinale

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Firenze, 4 gennaio 2022 - La Conferenza delle donne democratiche della Toscana ha deciso di scendere in campo nel dibattito sulle candidature alla presidenza della Repubblica. Con una campagna social partita ieri, le dem toscane non hanno lasciato spazio a dubbi: è il momento di una donna. D'altronde, in molte e molti, nelle ultime ore, stanno tentando la strada di un nome femminile al Colle, nella speranza che la politica colga al volo questa occasione irripetibile.

L'obiettivo della segreteria regionale delle democratiche in terra di Toscana è chiaro: fare in modo che anche il Partito Democratico sposi con determinazione, forza e convinzione la causa di una donna Presidente, passando dalle parole ai fatti nell'ambito dell'annoso dibattito sulla questione di genere e sull'accesso alle cariche apicali. "Non è una questione di alternanza - fanno sapere le dem - quanto piuttosto di giustizia: il fatto che un Presidente uomo sia la norma e anche solo l'ipotesi di una Presidente donna sia l'eccezione è di per sè un concetto distorto e pericoloso. Continuiamo a meravigliarci ogni qual volta una donna riesce a raggiungere ruoli apicali, di responsabilità, e lo facciamo semplicemente perché in questo nostro Paese continua a essere normale il fatto che le donne non abbiano non solo il diritto di essere elette a tali ruoli ma, alle volte, addirittura di essere candidate. Il problema è ancestrale e risolverlo comporterà un lavoro lungo decenni".

"L'elezione di una Presidente donna, però, può rappresentare un balzo in avanti notevole, soprattutto se a sostenerla saranno altre donne, a partire da quelle che trovano casa nel campo largo del centrosinistra. Il nostro - continuano le dem toscane - non vuole essere letto come un eccesso di idealismo in un momento in cui la politica sembra essere attenta principalmente alla ricerca di equilibri artificiali per riuscire a fare in modo che nulla cambi, quanto piuttosto come uno slancio coraggioso e propositivo affinché, una volta per tutte, si riesca a dimostrare che il soffitto di cristallo non è poi così difficile da rompere. Dal lancio della nostra campagna social, una delle questioni più ricorrenti che ci vengono poste riguarda il fatto che, a giudizio dei più, non ci sarebbero donne all'altezza di ricoprire un simile ruolo. In questa affermazione grave e tendenziosa c'è una questione dirimente: non è vero che donne in grado di ricoprire questi ruoli non ci sono. Di donne competenti, formate, centrate ne abbiamo a volontà. Il punto è che non si vedono. La narrazione del nostro Paese è fortemente piegata su una logica maschiocentrica in cui l'uomo incarna alla perfezione l'immagine del potere. Uno storytelling che vede la donna molto spesso marginale se non, ancor peggio, a servizio dell'uomo di turno e della sua ascesa. Rari sono i casi in cui le donne sono riuscite a sconfiggere questo paradigma. Estremamente pochi gli esempi in politica e nelle istituzioni. È evidente: la questione è culturale. Le regole di base della comunicazione - proseguono - ci insegnano però che parlare di qualcosa significa renderlo reale. E allora che il Partito Democratico ne parli, porti con forza nel dibattito il tema di una donna Presidente, evitando possibilmente di cedere l'egemonia sul tema a forze politiche che con la nostra storia, con la storia del femminismo e delle battaglie per i diritti, hanno poco o nulla a che fare. Il tempo delle donne è adesso, ma non solo nei dibattiti, sui social o nei tweet, anche e soprattutto nelle istituzioni. Il centrosinistra batta un colpo e reagisca al nostro appello. I nomi di donne su cui stiamo dibattendo al nostro interno sono molte. Il PD ci ascolti e li prenda in considerazione seriamente. L'Italia ha bisogno di una figura di alto profilo al Quirinale, che abbia dato prova di integrità morale e politica, che sappia rappresentare le istanze di tutte le generazioni e che sia portatrice sana di tutti i valori democratici che come Repubblica abbiamo il dovere di difendere. La storia si cambia nel presente. Non abbiamo più scuse."

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