
di Stefano Brogioni
FIRENZE
Seguivano gli anziani sin dal mercato o mentre rincasavano dopo la spesa. E al momento giusto, una attaccava bottone con una scusa collaudata. Fingendosi vicina di casa, convinceva pensionate e pensionati a farsi aprire la porta di casa per recuperare un balocco del proprio bambino caduto dal piano di sopra. Ovviamente era solo un pretesto, anche se, appena mettevano piede sul terrazzo, era lesta a tirare fuori dalla tasca un bambolottino da mostrare alla vittima predestinata.
E mentre succedeva tutto questo, una complice s’infilava dietro la porta lasciata appositamente socchiusa ed arraffava in un lampo quanto di prezioso c’era in casa. Oltre alle due donne - Dora Bono, 42 anni, e Fortunata Fiasché, 46 - ad attendere fuori c’era anche un palo, Antonino Scalora Rasizzi, 48 anni, titolare di una licenza di arrotino. Sono tutti originari di Noto, e fanno parte dei siciliani erranti o “camminanti“, nomadi che nella cittadina in provincia di Siracusa hanno la loro comunità più numerosa. Numerosi precedenti specifici nel curriculum. I “falchi“ della squadra mobile della questura si erano accorti del loro arrivo in città e li hanno tenuti d’occhio. Dopo un tentativo di colpo (fallito) in via Milanesi (l’80enne non è caduta nel tranello e non ha aperto) per i tre nomadi sono scattate le manette. Poco prima, un raggiro con i tratti distintivi della banda, era andato invece a segno in via Luca Giordano. In quel caso la donna finita nel mirino sarebbe stata agganciata e pedinata già tra i banchi del mercato delle Cure. Anche in questo caso le vittime, due coinquiline - di cui una ultranovantenne - hanno raccontato di essere state raggirate con lo stesso sistema della “falsa vicina di casa” intenzionata a riprendersi degli oggetti (un bambolotto e alcuni braccialetti da bambino), caduti accidentalmente dal piano di sopra nella terrazza. Le due signore, una delle quali appena rincasata dopo le compere, hanno fatto entrare la sconosciuta che le avrebbe intrattenute diversi minuti sul terrazzo, prima di ritrovare improvvisamente per terra le sue cose, tirate fuori al momento giusto dalla borsa.
Secondo gli investigatori, approfittando della porta lasciata socchiusa dalla complice, impegnata nel frattempo a distrarre le coinquiline sul balcone, un’altra persona sarebbe entrata nell’appartamento saccheggiando indisturbata le camere: 600 euro il bottino. La refurtiva, trovata addosso alle arrestate, è stata subito restituita alle legittime proprietarie, mentre il terzetto è finito al carcere di Sollicciano con l’accusa di furto e tentato furto aggravato in concorso.
Nella borsa di una delle donne, i poliziotti hanno anche trovato i cosiddetti “oggetti di scena” utilizzati per mettere in atto il loro subdolo raggiro.