Giovanni
Pallanti
Sta uscendo nelle sale un film su Gabriele D’Annunzio con Sergio Castellitto. Ho visto alcune anticipazioni del film che ha un titolo fuorviante: “Il cattivo poeta”. Sbagliato perché D’Annunzio è stato un grandissimo poeta ed un uomo con una vita da romanzo.
D’Annunzio abitò per diverso tempo alla Villa La Capponcina sulle pendici di Settignano vicino alla sua musa e amante Eleonora Duse. Possedeva cavalli e cani levrieri di bellissima razza. Quando usciva a cavallo dalla Capponcina i contadini di Settignano si mettevano sul ciglio della strada a guardarlo passare come se fosse il Signore del luogo. Gabriele non possedeva in verità niente, sennò la sua straordinaria creatività poetica che lo fece diventare un condottiero di soldati e un’amante conteso da tante belle donne. Quando dovette scappare per debiti si rifugiò in Francia. Il tribunale mise all’asta tutti i suoi beni compresi i cavalli e i cani. Fino agli anni ‘80 del Novecento c’era un famoso fioraio in via Tornabuoni, Mercatelli, che conservava ancora delle lettere di D’Annunzio che ordinava dei mazzi di fiori che non pagava. Le sue lettere equivalevano a soldi. Aveva voluto l’intervento dell’Italia nella prima guerra mondiale dimenticando i debiti e tornando in Italia per fare il famoso discorso di Quarto. E’ stato tutto fuorché un cattivo poeta. Detestava il fascismo e il nazismo. Molto diverso dai nobili fiorentini che hanno fatto la loro fortuna con il vino e di uno di loro che andò a Cascais a chiedere all’esiliato Re Umberto II di Savoia un titolo nobiliare che D’Annunzio avrebbe irriso come falso.