
L'ospedale Torregalli (foto Germogli)
Firenze, 31 ottobre 2018 - Il parto ritardò, nonostante palesi segnali di allarme. Il piccolo Lorenzo, nato il 15 settembre del 2010, subì per questo danni cerebrali gravissimi, talmente gravi che oggi lo fanno vivere nelle condizioni di un vegetale. Per questo brutto caso di malasanità, il tribunale di Firenze ha condannato a sei mesi l’ostetrica di turno quella notte nel reparto di maternità dell’ospedale di Torregalli, ma soprattutto ha disposto una maxi provvisionale per i genitori del bambino, che oggi ha otto anni. la Asl dovrà infatti pagare due milioni e centomila euro come "acconto". Per il momento. Perché il giudice, Agnese Di Girolamo, ha delegato i colleghi del tribunale civile per il calcolo definitivo del danno, che sarà dunque superiore a quell’importo. L’azienda sanitaria aveva infatti offerto quella cifra alla famiglia, in sede stragiudiziale, ma i genitori, assistiti dall’avvocato Eraldo Stefani, l’avevano ritenuta incongrua.
Per quanto riguarda il processo, conclusosi ieri mattina, sono stati assolti, per non aver commesso il fatto, altri due imputati: il ginecologo di turno, F.F., assistito dagli avvocati Serena Perna e Francesco Maresca, e la pediatra G.C., difesa dall’avvocato Lapo Gramigni. Per quest’ultima, anche il pubblico ministero, Giovanni Solinas, aveva chiesto l’assoluzione, mentre per gli altri due imputati era stata chiesta una condanna a tre mesi. Il giudice ha ritenuto responsabile delle lesioni gravissime soltanto l’ostetrica, assistita dall’avvocato Daniele Santucci.
Secondo le indagini, condotte dal sostituto procuratore Luigi Bocciolini, ci fu un ritardo nell’eseguire il parto, nonostante un tracciato che, già alle 23.18 della sera del 14 settembre, doveva mettere il personale in allarme in quanto "spia" di una sofferenza del nascituro.
Invece, l’estrazione del feto venne effettuata soltanto alle 4.43 del mattino successivo. "Non oltre le 4.10 del 15 settembre 2010 si sarebbe dovuta prendere la decisione di estrarre il feto, scelta che venne omessa», ha stabilito una perizia agli atti firmata dai professori Mariano Cingolani, Piero Pierfederici e dal dottor Fabrizio Demaria.
"Nel complesso - dicono ancora i consulenti - appare assai probabile che in caso di applicazione tempestiva di tale scelta i danni encefalici sarebbero stati di dimensioni clincihe e gravità inferiori a quelli concretizzatisi nel piccolo Lorenzo".