Da precario a regolare : "Ci sono voluti 20 anni. Ma la casa è un problema"

Alberto Ferrazzani, dipendente dell'Hotel Albani di Firenze, racconta le difficoltà del settore al convegno di Cgil e Legacoop. Nonostante l'assunzione diretta, il salario non basta per vivere a Firenze, costringendo molti lavoratori a spostarsi e fare sacrifici.

"Dal 1 gennaio scorso ho smesso di essere un numero e sono diventato Alberto". Esordisce con una immagine suggestiva Alberto Ferrazzani dipendente dell’Hotel Albani di Firenze nella sua testimonianza portata, ieri pomeriggio, al convegno di Cgil e Legacoop: "Lavoro da trent’anni negli hotel – dice – e per quasi vent’anni ho avuto a che fare con appalti e subappalti che, in diversi casi, non rispettavano le regole. Finalmente, grazie alla perseveranza di Filcams Cgil e della struttura in cui opero da sei anni, sono diventato interno ottenendo la tanto sognata stabilità. In tanti anni di esperienza in questo settore mi sono dovuto confrontare con stipendi in ritardo, ore non pagate, permessi che sparivano e, spesso con interlocutori fantasma, perché non sapevamo di frequente con chi rapportarci. A volte siamo venuti a conoscenza di subappalti dalle buste paga".

L’inquadramento come dipendente diretto dell’hotel è un passo importante per Alberto ma le difficoltà, legate all’aspetto abitativo, rimangono insormontabili a Firenze: "Ora posso contare su uno stipendio sicuro ed è un bene ma il salario non è cambiato e, per vivere a Firenze, è estremamente povero. Per questo visti gli affitti insostenibili mi sono visto costretto a spostarmi su Scandicci, e a fare il pendolare ogni giorno. Non sono l’unico: c’è chi arriva da Empoli, chi da Montevarchi e in molti casi, visto che i turni finiscono anche tardi, a mezzanotte, non c’è la possibilità di usufruire di trasporti pubblici. Quindi, per quanto mi riguarda, pago un po’ meno affitto ma devo fare molti sacrifici. Il paradosso è che noi lavoratori che contribuiamo alla ricchezza di Firenze non possiamo goderci Firenze".

Sandra Nistri