
Un ex eurodeputato arrestato per furto aggravato e continuato in concorso. Accade a Calenzano, dove Claudio Morganti, 47 anni, di Vaiano, chiamato "il trota del Bisenzio" per il suo trascorso da europarlamentare della Lega Nord fino al 2013, è finito in manette, insieme a un magazziniere di 25 anni di Montemurlo, dipendente in un deposito di pacchi e spedizioni a Calenzano, che i carabinieri considerano suo complice. Morganti, dopo avere lasciato il parlamento europeo ed essere stato espulso dalla Lega per divergenze politiche, gestisce da alcuni anni a Pistoia una ditta di logistica con un paio di dipendenti. Il suo lavoro è distribuire materiale elettronico, elettrodomestici e prodotti di telefonia per conto di un’azienda di Milano che si appoggia a un magazzino di Calenzano. Ed è proprio da qui che sono scattate le indagini: gli imprenditori milanesi si erano accorti che le consegne non venivano eseguite con regolarità e per verificare i primi sospetti sono arrivati ad assoldare un investigatore privato. Poi, visto che importanti quantitativi di merce, acquistati online da clienti dell’area pistoiese, non sono mai arrivati a destinazione, la ditta ’derubata’ si è rivolta ai carabinieri, che hanno iniziato ad indagare, e venerdì sera hanno sorpreso Morganti e il magazziniere impegnati a caricare merce su un furgone. Merce che proveniva dalla sede milanese ma il cui arrivo a Calenzano non era stato registrato. Perquisendo le abitazioni dei due, i militari del Norm della compagnia di Signa, hanno trovato poi altri oggetti tecnologici, per un valore di circa 80.000 euro. Così, nei confronti dei due è scattato l’arresto in flagranza e ieri il provvedimento è stato convalidato dal tribunale pratese, disponendo per entrambi l’obbligo di firma e di dimora. Il pm Lorenzo Gestri aveva chiesto gli arresti domiciliari.
Morganti, da parte sua, si è difeso sostenendo di aver trattenuto la merce a titolo compensativo. "L’azienda per la quale lavoravo mi doveva dei soldi – spiega Morganti a "La Nazione" – e il mio voleva essere un modo per forzare la mano. Da una decina di giorni, e non prima, ho iniziato a mettere da parte alcuni pacchi senza alcuna intenzione di rivenderli, tanto che sono ancora imballati. Non so nemmeno cosa contengano. Li ho sistemati a casa mia senza aprirli. Dal verbale dei carabinieri vedo che si tratta di piccoli elettrodomestici. Volevo solo avere una merce di scambio perché mi pagassero quello che mi spetta. Il valore degli oggetti contenuti nei circa 40 pacchi a mia disposizione però non supera i 5-6mila euro, non certo 80mila euro". Morganti si dice estraneo a tutte le accuse. "Farò forse una brutta figura – dice – ma ho solo cercato un modo per avere quello che mi spetta, a maggior ragione oggi che per le aziende come la mia è un momento di grave difficoltà".
Le indagini però al momento vanno in tutt’altra direzione e le accuse nei confronti dei due uomini restano pesanti. Secondo i carabinieri in sostanza i pacchi non sarebbero mai stati registrati all’arrivo nel punto di distribuzione calenzanese e poi sarebbero stati fatti sparire.
Sara BessiLisa Ciardi