FLAVIA LAZZARO
Cronaca

Covid, tempi duri per la movida: "A ogni decreto sempre meno gente"

Firenze, parlano i gestori dei locali più in voga

Marco Blake Paolini (a sin.) e Edoardo Meini, gestori di Cinto

Firenze, 20 ottobre 2020 - Il nuovo DPCM entrato in vigore dopo soli cinque giorni dal precedente, dà un’ulteriore stretta all’attività di bar, pub e ristoranti, anticipando alle 18.00 l’orario entro il quale è possibile consumare bevande senza essere seduti al tavolo.

Carlo Cini, gestore dell’Angie’s Pub in Via de’ Neri, ha notato già da qualche giorno un cambiamento nel comportamento dei clienti: “La clientela ha un approccio diverso alla serata, perché sa di avere molto meno tempo per fare quello che prima si poteva fare in tutta calma. Quando si avvicinano le 24 si affrettano a ordinare un ultimo drink. Ormai prima della mezzanotte facciamo il conto alla rovescia come a capodanno, ma anziché stappare lo champagne chiudiamo il bandone. Sicuramente il nuovo decreto ha limitato ulteriormente le persone ad uscire, già domenica sera molti sono andati via prima in attesa della conferenza stampa. Eppure molto spesso sono io a dover informare il cliente delle nuove regole, perchè in molti non hanno chiaro il contenuto del decreto. Tutte le regole in vigore ci permettono di restare aperti ed è importante rispettarle, sperando che servano ad evitare il ripetersi di una chiusura come quella di marzo". 

Anche Guido Nannucci del Dragon Fly in Piazza Salvemini ha notato un cambio nelle abitudini della clientela: “Nell’ultima settimana abbiamo avuto un calo di clienti del 35% circa, che è andato a sommarsi ai cali delle settimane precedenti. Oggi dopo il nuovo decreto mi sembra che ci sia ancora meno gente, le persone sono più spaventate. Ad esempio, noi solitamente facevamo delle porzioni di patatine da condividere in due nello stesso piatto, ma ora ci chiedono di dividere le porzioni in due piatti. E la nostra è una clientela è piuttosto giovane quindi in teoria dovrebbero essere i meno spaventati”.

Marco Marini, gestisce con il fratello Paolo il Viktoria in Via Verdi: “Si è creato un clima di paura, ormai il messaggio che arriva è che aperitivo o cocktail sono associati al Covid, quando invece c'è molto più distanziamento qui che sugli autobus o in aereo. Già dalla scorsa settimana abbiamo sperimentato un calo drastico di clienti. Inoltre è venuta a mancare una fetta importante di clientela, ovvero tutti quei colleghi che dopo aver lavorato nei ristoranti dei dintorni venivano qui per un drink di fine serata”.

Marco sottolinea un aspetto molto importante legato al mondo della ristorazione, quello dell’indotto: “Ho sentito molti fornitori, e la situazione è nera anche per loro. Si parla di cali di fatturato anche del 90% per i fornitori di bevande". Secondo Omar Corgnati, gestore del Fuk sempre in Via Verdi, le regole sono inutili senza i controlli: “La chiusura alle 24 non ha senso se poi le persone si riversano nelle piazze, ci danneggia e basta. Le regole sono giuste, ma andavano imposte da prima. Ora è tardi, e ne paghiamo tutti le conseguenze. Inoltre molto spesso i clienti non conoscono le varie limitazioni e siamo noi a dovergliele spiegare. Devo fare il vigile.” Anche Massimo, gestore dello Scottish Pub in corso Tintori sottolinea il tema dei controlli: "La chiusura anticipata non risolve il problema degli assembramenti perché le persone prendono d’assalto le piazze, come è successo in Piazza Pitti dopo che hanno chiuso Piazza Santo Spirito. Firenze è divisa tra pro e anti-movida, ma noi rendiamo un servizio: nessuno vorrebbe stare in una città vuota e senza vita! Poi ovviamente vanno evitate le situazioni fuori controllo, ma quello spetta alle forze dell’ordine. Se dobbiamo convivere con questo virus, allora facciamo in modo di conviverci." Per i ristoratori, la situazione non è migliore: “Si vede che è tornata la paura, la strada è vuota e c’è molta meno gente. Sembra di essere tornati a fine febbraio, prima del lock-down.” dice Ina dello Sgrano in Via de’ Neri.

Anche per Marco Blake Paolini e Edoardo Meini, gestori del ristorante Cinto Cucina in Torre di via Palmieri, il cambiamento degli ultimi giorni è stato drastico: “Al di là dell'assenza di turisti, che è stato già un grave colpo, il calo di clienti lo abbiamo visto già da metà settembre, appena si è ricominciato a parlare di Covid, e da lì è andata sempre peggio. Le persone tendono a uscire meno anche perchè sanno già che dalle 24 è tutto chiuso, quindi se vogliono andare a cena e poi farsi un drink difficilmente riescono a fare entrambe le cose. E comunque se queste nuove regole non dovessero bastare e ci fosse un nuovo lock down, stavolta come facciamo?”. Con la Toscana al terzo posto per numero di contagi giornalieri dopo Lombardia e Campania, quello che è certo è che i dati dei prossimi giorni saranno determinanti per valutare ulteriori restrizioni. La speranza è che il prezzo da pagare non sia troppo alto per una categoria messa già duramente alla prova.