OSVALDO SABATO
Cronaca

L'edicolante: "Vendo più giornali di prima. Anche ai giovani"

Marco Cozzaglio, chiosco fra via Verdi e via Ghibellina, aperto a Pasqua: "E' tornato il contatto umano. Il cliente ora ha tempo e voglia di scambiare due parole"

Marco Cozzaglio, chiosco in pieno centro a Firenze

<Firenze, 11 aprile 2020 -  Un gabbiotto piccolo piccolo, dentro a mala pena ci si muove, i giornali sono messi in ordine per testata, sul lato esterno fanno bella mostra di sé riviste, settimanali di gossip, gadget e piccoli giocattoli. Una normale edicola. Come tante altre. Uno degli ultimi avamposti, se non l’ultimo, dove si sente ancora il vecchio sapore del “come va?”. Questo che raccontiamo non è un viaggio con la macchina del tempo, nessuna nostalgia, tutt’altro, è la vita ai tempi del Covid-19. “Sembra strano, ma ora le persone hanno voglia di chiacchierare, quando vengono a comprare il giornale, ci si fà coraggio a vicenda” dice Marco Cozzaglio, 68 anni, titolare da nove dell’edicola in fondo a via Verdi, angolo con via Ghibellina. Il suo è un osservatorio privilegiato, fino a poco più di un mese fa dal suo gabbiotto vedeva cortei di turisti, piazza Santa Croce è ad una manciata di minuti a piedi, ora solo gente che abita nei paraggi. “Ma non mi lamento, anzi, ora vendo più giornali di prima” dice Marco. “E sa che cosa mi sta sorprendendo? I giovani. Vengono in tanti, prendono giornali e riviste, non me l’aspettavo”.

Sulla sua faccia un gran bel sorriso. Le abitudini che cambiano sono un altro segnale di questi giorni. “Prima vendevo molto di più la mattina presto, ora invece vedo che la gente viene più tardi, la fascia oraria in cui vendo di più è tra le 10 e le 11, probabilmente se la prendono più comoda, del resto stanno a casa e non c’è bisogno di fare le corse” spiega Marco. Vanno forte le riviste enigmistiche. “Se prima mi mandavano 40 copie, ora raddoppiano e le vendo tutte” aggiunge “Ma comprano anche i quotidiani, si vendono molti gadget per i bambini, devo dire che c’è una riscoperta delle edicole, sono veramente contento”.

Questa è una bella notizia, non a caso il nostro giornale da tempo ha lanciato una campagna a tutela proprio di queste, per la loro importanza sociale. “La gente non ha piacere che l’edicola sparisca, che rimanga il gabbiotto vuoto, qui vicino ne hanno già chiuse due”. Naturalmente di questi tempi, qualcuno, specie le persone più anziane, chiedono a Marco se può portargli il giornale a casa. Lui lo fa volentieri, quando chiude, verso le 13.30, li va a trovare. “Sono contentissimi, mi danno anche la mancia”. “Ora la gente è più aperta, è più consapevole, a prescindere da questa brutta situazione, è più disponibile”. “Qui chiacchieriamo, c’è sempre la battuta, quelli del circondario si fanno vedere praticamente ogni giorno”.

Eccola l’importanza di un edicola, con la moria di fruttivendoli, pizzicagnoli e piccoli negozi, resta forse uno degli ultimi posti dove ci si scambiano pareri, commenti su ciò che accade e anche sul piano più strettamente personale. Marco, tutte le mattine si fa una trentina di chilometri per aprire la sua edicola. “Buongiorno, mi dia la Nazione…” chiede una signora. Dal gabbiotto spunta il giornale. La signora, guarda velocemente la prima pagina, poi lo mette nella  borsetta e va via. E’ la vita dell’edicola. Da salvaguardare. Sempre aperte. Anche la domenica di Pasqua.