
Un operatore sanitario
Firenze, 29 gennaio 2021 - Uno dei ‘rimedi della nonna’ potrebbe essere determinante nella lotta al Covid. Lo dimostrerebbe uno studio, condotto da un’equipe di medici dell’ospedale pediatrico Meyer, guidati dal professor Giancarlo La Marca che ha effettuato la sperimentazione dell’uso del vapore somministrato attraverso suffumigi (appunto i fumenti della nonna) per abbattere la carica virale del Sars Covid-2.
I primissimi risultati, pubblicati sulla rivista di settore Life Sciences e disponibili online, sono stati così incoraggianti da meritare un approfondimento, magari con test allargati. Lo studio è in una fase assolutamente preliminare: abbiamo contattato sia il professore che il Meyer, ma dall’ospedale prima di pronunciarsi hanno preferito attendere più dati.
Eppure, in una fase come quella attuale, anche solo la speranza di avere un’arma in più o almeno un presidio semplice e non invasivo da utilizzare accanto alle altre condotte anti contagio, ha sicuramente un valore per le persone. Il tentativo è stato quello di attaccare la struttura proteica esterna al virus in modo da ridurre o bloccare la sua replicazione nelle vie aeree superiori.
Farlo attraverso cicli di suffumigi, volti a ridurre il rischio di progressione verso un’infezione conclamata se eseguiti subito dopo il contagio. Il protocollo è stato utilizzato testandolo su dieci professionisti sanitari infetti asintomatici o paucisintomatici. Per tutti, il tampone al decimo giorno è stato negativo.
L’aspetto interessante è soprattutto di prospettiva: il virus che si degrada al calore; l’ipotesi che il sistema possa funzionare anche a livello preventivo. Il tutto utilizzando un sistema gratuito, vecchio come il mondo, e senza ‘chimica’.