
Il cardinale Betori con Papa Francesco (New Press Photo)
Firenze, 8 luglio 2018 - Un incontro spontaneo davanti alla tomba del Venerabile Giorgio La Pira, all’interno della Basilica domenicana di San Marco, su invito di alcune associazioni, capofila la Beato Angelico, e diversi esponenti della vita sociale e culturale fiorentina, per rivolgere un appello al Papa che impedisca la chiusura del Convento, annunciata dal maestro generale dei domenicani, padre Bruno Cadoré. Era annunciato anche Andrea Bocelli, assente per la partecipazione a un matrimonio, ma gli organizzatori non si sono persi d’animo, coordinati dal giornalista Franco Mariani, che si è impegnato a lungo per ottenere la beatificazione dell’arcivescovo Pio Alberto Del Corona, che fu anche priore di San Marco, conclusa tre anni fa. La conferenza stampa è stata decisa dopo che l’altro giorno lo stesso Pontefice ha firmato il decreto sulle virtù eroiche di Giorgio La Pira, dichiarandolo Venerabile, un decreto che per i difensori di San Marco è in “contrasto” con quello di soppressione del Convento.
«E’ essenziale per la conclusione del processo di beatificazione, - spiegano - che la tomba del Venerabile sia sempre accessibile ai fedeli per poter pregare, che attraverso la sua intercessione, Dio possa compiere quel miracolo o quella grazia che viene chiesta, ma se i Domenicani chiudono, ritirando i propri frati, come potrà proseguire in maniera continuativa – come richiesto dalle direttive della Chiesa – l’assistenza spirituale presso la tomba del Venerabile La Pira?». Non basta certo che qualcuno apra e chiuda alla mattina e fino alle 12 e poi per la parte finale del pomeriggio la Basilica. Ci vogliono dei Frati che siano disponibili per le confessioni, così come per una parola di conforto e di assistenza, ma anche che garantiscano, al di là della celebrazione della messa, una programmazione spirituale e culturale sulla figura del Professore. È per questo motivo che nel 2007 la Congregazione per le cause dei Santi chiese e ottenne il trasferimento dei resti mortali di La Pira dal cimitero di Rifredi all’interno di San Marco, presso il quale Convento visse il “Sindaco Santo”. Da qui la decisione degli amici di San Marco di lanciare l’appello all’unica persona che può annullare il decreto di soppressione, Papa Francesco, al quale il mese prossimo saranno consegnate le 18mila firme raccolte in tutto il mondo con la petizione portata avanti dal professor Silvio Calzolari, docente e scrittore. In questo spazio di tempo si spera in una soluzione tipo quella adottata per la Certosa del Galluzzo, passata alla Comunità di San Leolino, confidando nell’interessamento diretto del cardinale arcivescovo Giuseppe Betori, che fino all’ultimo ha sperato in una decisione diversa da parte del maestro generale domenicano con il quale è sempre stato in contatto.