Biancastella
Antonino
È difficile delineare in breve la complessa figura di Caterina de’Medici per i giudizi controversi della storiografia sulla sua vicenda umana e politica, ma è innegabile che la regina di Francia debba essere considerata fra le fiorentine la più famose e influenti della storia. Nasce a Firenze nel 1519 da Lorenzo II dei Medici e da Madeleine de la Tour, genitori che non conoscerà mai perché rimane orfana appena nata; la sua infanzia è burrascosa e sarà suo zio, papa Clemente VII, ad organizzarle, ad appena 14 anni, l’importante matrimonio col coetaneo Enrico II di Valois, figlio di Francesco I, re di Francia. Le nozze, celebrate a Marsiglia nel 1533, si rivelano però infelici e per 10 anni senza prole. Caterina ricorre ad ogni mezzo, farmaco o pozione "magica", per restare incinta e quando infine ci riesce mette al mondo, dal 1544, ben 10 figli. Ciò, tuttavia, non migliorerà il suo rapporto col marito, diventato re dopo la prematura morte del fratello maggiore.
La sua relazione con Diana di Poitiers, già amante di suo padre, la rende infelice e la costringe a rimanere in ombra. È però molta attiva a corte dove, grazie ai tanti fiorentini che fa arrivare a Parigi, tra cui un famoso pasticcere, apporta molte novità a cominciare dalla culinaria che da rustica qual era diventa elegante e ricca di sapori; introduce l’uso della tovaglia e della forchetta
e, per le signore, quello della biancheria intima che permette loro di cavalcare come gli uomini, e fa arrivare l’acqua di colonia distillata per lei dai frati fiorentini. Rimasta vedova, si libera di madame de Poitiers, cacciandola dal castello di Chenonceau che amplia secondo il suo gusto, creando anche un magnifico giardino, mentre i suoi figli, o troppo giovani o malati o squilibrati, si avvicendano sul trono. Ma è lei per 30 anni, il vero re di Francia con il merito di aver sostenuto la tolleranza religiosa durante il periodo delle lotte fra cattolici e ugonotti. Caterina si spegne nel 1589, ma chi ha voglia di incontrarla, può ritrovarla idealmente, come è successo a me, fra i libri e i fiori nel suo intimo studiolo affacciato sul fiume e sui magnifici giardini del castello di Chenonceau.