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Competenze, carriera lavorativa, qualità personali Ecco i consigli per stilare il curriculum perfetto

Dal cv cronologico a quello funzionale: quale tipologia è più appropriata?

C’è il curriculum per chi è alla prima esperienza di lavoro e quello per chi invece è già un professionista. Non devono essere uguali, spiega Gi Group nella sezione ‘job space’ del suo sito www.gigroup.it, anzi, tra i due documenti ci sono delle differenze a volte anche sostanziali. Vediamo quali. Avendo già delle esperienze lavorative, dopo aver approfondito il proprio percorso professionale tramite un accurato bilancio delle competenze, è necessario che emerga dal curriculum il filo rosso che unisce le diverse tappe della propria carriera. Come fare? Intanto non necessariamente va usato lo stesso formato per ogni tipologia di carriera.

Esistono tre tipi di curriculum: funzionale, cronologico e anticronologico. Il curriculum funzionale si usa sporadicamente ed è consigliato a profili che hanno ricoperto ruoli differenti e diversificati. In generale, ha dei vantaggi quando si vuole mettere in evidenza la specializzazione, quando si vuole cambiare completamente lavoro o quando si è già cambiato spesso lavoro o datore di lavoro, oppure quando si lavora da freelance. Il curriculum cronologico, invece, consiglia Gi Group, è adatto a chi vuol mettere in luce tanto il percorso formativo quanto le prime esperienze maturate ed è efficace perciò soprattutto per chi ha un’anzianità aziendale ridotta. Infine, il curriculum anticronologico è il più diffuso ed è consigliato alle persone con carriere professionali più lineari in un ambito lavorativo o all’interno di una stessa funzione con responsabilità via via maggiori. I modelli dei vari tipi di curriculum si trovano facilmente in rete. Qualsiasi sia la tipologia, è comunque fondamentale evidenziare i risultati raggiunti e le competenze acquisite. Può essere utile anche inserire nel cv la sintesi del profilo, che generalmente si trova nella parte iniziale del documento ed ha la funzione di rendere evidente all’interlocutore, utilizzando al massimo una decina di righe, esperienze, obiettivi e specializzazioni del candidato. Attenzione, però. Se ad alcune aziende questo elemento può piacere, ne è sconsigliato l’utilizzo nell’invio della propria candidatura a società di selezione e cacciatori di teste. E’ consigliato, infine, ai professionisti inviare le candidature tramite LinkedIn e dunque è indispensabile avere sul social un profilo interessante, chiaro, completo – con foto, riepilogo professionale, esperienze passate con progetti e risultati, skill e competenze – e coerente in tutte le sue sezioni.

Se il profilo risponde a questi requisiti può diventare un nuovo canale, immediato, per mettersi in contatto col mercato. E lo è a tal punto che l’indirizzo url (it.linkedin.cominnomecognome modificabile dalle impostazioni) viene ormai riportato anche sul curriculum sotto i riferimenti relativi a numero di telefono ed email. Infine, ed è più facile dimenticarlo di quanto si possa credere, in fondo al curriculum non deve mancare l’autorizzazione al trattamento dei propri dati personali.