
Il settore della moda e in particolare la pelletteria vivono un forte periodo di crisi
"Senza un’organicità di azioni, rischiamo l’implosione della filiera". Massimo Bollini (segreteria di Filctem Cgil) tira le somme della difficile situazione del comparto moda. L’ultima novità, parzialmente soddisfacente è l’estensione della cassa integrazione straordinaria a tutto il mese di gennaio 2025. Un risultato raggiunto grazie ai parlamentari Pd eletti in Toscana, che hanno presentato un emendamento al decreto Pnrr approvato ieri dall’aula di Montecitorio.
"Il nostro obiettivo sarà quello di ottenere un ulteriore rinnovo degli ammortizzatori sociali, almeno per tutto il nuovo anno con la Legge di Bilancio e il Decreto Milleproroghe" hanno detto i parlamentari Pd eletti in Toscana, pattuglia guidata dalla ‘scandiccese’ Simona Bonafè. Ma qual è lo stato dell’arte? "Sulla cassa integrazione – ha detto Bollini – il sindacato chiede da tempo l’azzeramento dei contatori sia per quanto riguarda gli artigiani, sia per la cig ordinaria dei lavoratori. E’ l’unico vero provvedimento efficace, questo va unito alla bancabilità delle imprese, che per sostenere la crescita esponenziale dei volumi richiesta dai grandi marchi si sono esposte e ora rischiano di restare strangolate".
Azioni che i sindacati chiedono da tempo. A febbraio lanciarono il patto di sistema per minimizzare gli impatti sulla filiera, causati dal rallentamento congiunturale, e portare avanti progetti per preservare il saper fare e l’eccellenza che contraddistinguono la pelletteria fiorentina: un protocollo d’intesa, siglato fra Confindustria e organizzazioni territoriali di Filctem-Cgil, Femca-Cisl e Uiltec-Uil.
"Da allora – ha detto Bollini – sono passati otto mesi invano. Abbiamo perso tempo. E ne vedremo le conseguenze. Gli analisti indicano che il primo semestre ’25 sarà peggiore rispetto a questo 2024. Raggiungeremo il picco della crisi economica, per questo non possiamo buttare via altro tempo. Mentre lavoriamo sugli ammortizzatori sociali e sostegno economico, non possiamo dimenticare che c’è un processo produttivo da riformare. Che non deve essere più necessariamente la catena di montaggio dei grandi volumi. L’unico risultato ottenuto da questo modello è la parcellizzazione delle professionalità e l’abbattimento della qualità. Puntiamo piuttosto ad accorciare le filiere e chiediamo alla Regione di tenere fede all’impegno di rendere appetibile il distretto nel medio periodo.