Ciatti, si torna in aula. Condanna a 23 anni se la Cassazione anticipa la Spagna

Il 16 aprile si apre il procedimento per Bissoultanov, ancora latitante. In Italia una pena più severa rispetto al tribunale iberico (15 anni). Non c’è accordo tra gli Stati: effettiva la sentenza emessa per prima. .

Ciatti, si torna in aula. Condanna a 23 anni se la Cassazione anticipa la Spagna

Ciatti, si torna in aula. Condanna a 23 anni se la Cassazione anticipa la Spagna

Il prossimo 16 aprile, alle ore 10, ci sarà la prima udienza in Cassazione per Rassoul Bissoultanov, il ceceno – ha fatto perdere le sue tracce ed è ancora latitante –che nell’agosto del 2017, durante un’aggressione in una discoteca di Lloret de Mar, sferrò un calcio alla testa e uccise Niccolò Ciatti. E dietro la fissazione di questa data, c’è il completo sorpasso giudiziario dell’Italia sulla Spagna.

I giudici italiani hanno infatti condannato Bissoultanov a 23 anni di carcere contro i 15 comminati dalla Spagna (per la medesima imputazione, omicidio volontario). La corte d’assise d’appello di Roma ha confermato la condanna inflitta in primo grado, ma la difesa del ceceno, con l’avvocato Gianzi, ha appellato la sentenza. Una mossa intrapresa con la speranza che l’iter in Spagna procedesse con più celerità di quello italiano. In assenza di un accordo tra i due Stati, infatti, dopo due gradi di giudizio per ogni Paese (tutti univocamente conclusi con una condanna) diventerà effettiva la pena che sarà definitiva per prima.

Lo sprint del nostro Paese è quindi arrivato. Ed era atteso dalla una famiglia di Ciatti che da oltre sei anni grida “giustizia per Niccolò” e dagli avvocati Agnese Usai e Massimiliano Stiz, legali dei genitori, della sorella Sara e dei nonni del giovane di Scandicci. L’obiettivo, adesso, è quello di arrivare il prima possibile a sentenza. L’imputato, dal canto suo, spera invece che sia la Spagna a far diventare definitiva per prima la sentenza. Con quattro anni di carcere già scontati sotto forma di detenzione preventiva, al 30enne Bissoultanov non resterebbe molto altro da espiare, se scontasse il resto della pena nel paese dove si è trasferito e da dove, l’altra estate, ha iniziato la sua latitanza.

Il ceceno si è reso irreperibile dall’estate del 2022. Venne arrestato il 12 agosto 2017 in Spagna e poi dopo 3 anni e 10 mesi rimesso in libertà. Dopo essere stato scarcerato lasciò Girona, venne poi arrestato in Germania su mandato di cattura internazionale e in seguito estradato in Italia. Nel dicembre 2021 però la Corte d’Assise di Roma lo ha rimesso in libertà, con un provvedimento poi annullato dalla Cassazione. Tornato in Spagna, Bissoultanov è sparito nel nulla, ed è ancora latitante.

Luigi Ciatti, il padre di Niccolò, ripete l’appello affinché le polizie internazionali, a partire da quella spagnola, si attivino per le ricerche dell’assassino di suo figlio, inserito tra l’altro anche nella “red list“ dell’Interpol.

Bissoultanov picchiò e uccise il 22enne di Scandicci nella notte tra l’11 e il 12 agosto 2017. Una “furia cieca”, si legge nella requisitoria del sostituto procuratore generale Debora Landolfi e il pm Erminio Amelio, che per l’imputato chiesero la condanna all’ergastolo. Non confermato però dalla Corte d’assise d’appello di Roma, che nella sua sentenza non ha riconosciuto l’aggravante dei futili motivi perché "il movente dell’azione delittuosa non è stato accertato con ragionevole grado di certezza".

è arrivata su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro