
E’ iniziato il conto alla rovescia per far rimanere a Firenze il Centro Cinofili dell’Arma dei Carabinieri per l’addestramento del personale e dei cani impiegati nella ricerca di esplosivi, armi, stupefacenti, persone scomparse, cadaveri, tracce di sangue, veleni, esche avvelenate. Il lungo contenzioso con la proprietà – la parte privata – di Villa Il Castello, via San Michele a Castello è finito con una sentenza di sfratto: il Centro deve lasciare la sede e rischia di essere trasferito in un’altra provincia toscana. Gli uffici intanto potrebbero essere spostati a marzo, qui nella zona. "Grazie a un’altra proroga – spiega Yuri Carrai, segretario generale Usic (Unione sindacale italiana carabinieri) – il Centro potrà restare a Castello fino al 13 luglio". Dopo sarà un problema..."; per l’Arma, l’efficienza di un reparto che specializza istruttori e conduttori dei cani (sovrintendenti, appuntati e carabinieri): alcune decine di militari qui radicati che rischiano il trasferimento. Deve essere vicino al nucleo cinofili, al canile e all’area addestramento.
Il Centro (dal 13 settembre 2021 comandato dal colonnello Angelo De Luca, subentrato al generale di brigata Fabio Bonucchi) è un’eccellenza: forma, tra l’altro, personale di forze armate e polizia nazionali e straniere che ne facciano richiesta.
Occorre un distinguo: esso insiste sulla parte privata del complesso. Cani, circa 50, canile e campo di addestramento sono dislocati invece nella parte demaniale. Il Nucleo dunque non è toccato dal trasferimento. Lo è indirettamente, per le inevitabili complicazioni logistiche e frammentazione del servizio che ne deriverebbero.
"Tanto tuonò che piovve. A causa di responsabilità certe di qualcuno che dovranno essere accertate dagli organi competenti, il Centro Cinofili dovrà trovarsi una nuova casa. Il problema non riguarda i fedelissimi cani, ma i militari conduttori che, per colpe non loro, dovranno mettere a repentaglio la serenità familiare alla base della migliore riuscita del servizio. Usic vigilerà e interverrà con proposte costruttive nell’interesse di militari e Arma" dichiara Carrai. Una soluzione fu tentata a inizio 2015: scaduto l’affitto la prefettura avviò la ricerca di un’alternativa. Superficie chiesta, 7000 mq circa per la caserma e i canili, di circa 59.000 mq per il campo di addestramento. Ma non arrivarono offerte di locazione. Come ipotesi alternative si parla della caserma ‘Donati’ di Quinto Basso, dismessa dall’Esercito e in stato di abbandono. E’ di luglio la notizia del possibile recupero: il ministero della Difesa ha risposto a una interrogazione di Gabriele Toccafondi (Italia Viva). A settembre è stato approvata un’intesa Comune-Ministero della Difesa: dovrà essere sottoscritta da entrambi. Questo aprirà al bando di vendita del complesso. Ma il tempo stringe.
giovanni spano