"Cellulari vietati in classe? Meglio insegnare ai ragazzi un uso consapevole"

I dirigenti scolastici fiorentini sono rimasti un po’ “perplessi” di fronte alla linea rigorista del neo ministro dell'Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara

Uno smartphone (La Presse)

Uno smartphone (La Presse)

Firenze, 25 novembre 2022 - “Più che vietare tout court, a scuola bisogna tenere sempre un atteggiamento educativo. Guidiamo piuttosto i ragazzi verso un uso consapevole dello smartphone. I divieti portano puntualmente alla rincorsa allo stratagemma per aggirarli”. I dirigenti scolastici fiorentini sono rimasti un po’ “perplessi” di fronte alla linea rigorista del neo ministro dell'Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara. “Via i cellulari in classe durante le ore di lezione”, le sue parole.

“E dove sarebbe la novità?”, ci guarda stupito Alessandro, che frequenta il liceo scientifico. “E’ dalle medie che conosciamo bene questa regola - dice -. Chi sgarra becca la nota e viene mandato in presidenza. A mio avviso, è giusto che a scuola il cellulare resti spento. Dovrebbe essere così anche il pomeriggio, mentre studiamo. È un oggetto che distrae molto”. Anche Alice, liceo classico, è categorica: “Lo smartphone a scuola? Mai e poi mai. Si rischia grosso. Il ministro mi sa che conosce poco la realtà delle scuole”. Insomma, in tutti gli istituti i divieti ci sono. È vero che qualcuno ci prova sempre. “Nella mia scuola - afferma una docente dell’Itis Meucci - ci sono studenti che proprio non ci sentono. Il cellulare è diventato parte integrante del loro corpo. Non riescono a farne a meno. Evidentemente anche i loro genitori, visto che capita che messaggino i figli quando sanno che sono a scuola”.

È proprio “la dilagante dipendenza” dallo strumento che preoccupa professori e dirigenti. “Piuttosto che demonizzare lo strumento, bisogna arginare il fenomeno della dipendenza - osserva Ludovico Arte, preside dell’Itt Marco Polo -. A scuola mia il cellulare in classe è proibito, a meno che qualche docente non ne permetta l’uso per motivi didattici. Alcuni lo fanno usare per ricerche di gruppo oppure per rispondere alle domande tramite app. So che qualche scuola prevede il ritiro di questi strumenti, ma lo trovo discutibile. Secondo me sarebbe opportuno proseguire lungo questa scia. Per ora il ministro si è limitato ad una battuta. Non è chiaro quel che voglia fare”.

Anche all’Iis Sassetti-Peruzzi l’uso del cellulare in classe non è consentito. Ma anche lì “capita che alcuni docenti lo facciano utilizzare per lavori di gruppo o altro”, fa sapere il dirigente, Osvaldo Di Cuffa. “Gli stranieri lo usano per tradurre le spiegazioni dei docenti - prosegue Di Cuffa -. Insomma, in certi casi lo strumento serve. Certo, i ragazzi non possono usarlo autonomamente. Chi lo fa prende la nota. Si arriva perfino al sequestro dello smartphone, che viene poi riconsegnato ai genitori. Non sono d’accordo nel porre un divieto assoluto. Coi ragazzi bisogna sempre dialogare”. 

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