OLGA MUGNAINI
Cronaca

Cecily Brown, tentazioni e tormenti. La prima volta della pittrice a Firenze

Un’esposizione di oltre trenta opere con cui l’inglese racconta il suo dialogo con la storia dell’arte

"Mi piacciono l’inquietudine, l’apertura e l’ambiguità che ci sono quando c’è un continuo cambiamento in corso".

Inquietudine che è facile rintracciare nelle Tentazioni di Sant’Antonio, soggetto enormemente esplorato dagli artisti dei secoli passati, e che anche Cecily Brown affronta nella sua prima mostra fiorentina, al Museo Novecento, da domani al 4 febbraio.

Sono oltre trenta, tra cui dipinti e opere su carta, per lo più inediti, i lavori che compongono "Temptations, Torments, Trials and Tribulations", a cura di Sergio Risaliti, in cui la pittrice inglese (Londra 1969) ma residente a New York, racconta il suo dialogo con la storia dell’arte. Ma la tradizione figurativa viene messa a servizio del linguaggio moderno, tanto astratto quanto espressivo, con una pittura sempre sontuosa, vibrante eppure controllatissima.

Protagonista in questo periodo di una personale al Metropolitan Museum di New York, Cecily Brown espone le sue opere al Museo Novecento e in Palazzo Vecchio, all’interno del Camerino di Bianca Cappello, amante del Duca Francesco I de’ Medici. Qui la Brown presenta una sola tela, dove il viluppo dei colori quasi nasconde un corpo nudo femminile disteso su un manto di pennellate, che si aggiunge in questa metamorfosi di tempo e spazio alle personificazioni a grottesca delle Tre Grazie, di Andromeda e di Leda.

Tornando al piano terra del Museo Novecento, Cecily Brown si cimenta con un soggetto della tradizione come le Tentazioni di Sant’Antonio che anche il giovane Michelangelo aveva affrontato, senza indugiare però nel fascino della citazione, ma rendendo Antonio Abate in perturbanti e originali composizioni, innervate di forza e colore. Impastati di energia fisica, i dipinti sono dominati da un turbinio di invenzioni formali, astratte e figurative allo stesso tempo, in cui pennellate vorticose generano un caos ordinato, che dissolve i confini temporali e spaziali e trasmette a poco a poco un inaspettato senso di armonia, equilibrio e sottile sensualità. Da quello che a prima vista appare un ammasso confuso e magmatico di pennellate, emergono improvvise lacerazioni cromatiche. Dai colori affiorano corpi, animali, dettagli anatomici, oggetti ed elementi di vegetazione.

Le sue "Abstract narratives" (narrazioni astratte), come le ha definite, non abbandonano mai del tutto la figurazione.