
Sul caso indagano i carabinieri
Firenze, 27 ottobre 2019 - La cattedropoli di Careggi si allarga, e un altro concorso finisce nel mirino della magistratura. Con tre nuovi indagati, accusati di abuso d’ufficio in concorso con l’ex prorettore Paolo Bechi. Sono i professori Massimiliano Antonelli, ordinario dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, Caterina Aurilio, ordinario dell’Università della Campania “Vanvitelli”, e Antonino Giarratano, ordinario dell’Universitario di Palermo. Tutti membri della commissione che il 5 febbraio scorso, e cioè quando la “bomba” dell’inchiesta della procura di Firenze occupava le pagine di questo giornale, hanno scelto come vincitore del concorso bandito dal Dipartimento di Scienza della salute, settore anestesiologia, il dottor Stefano Romagnoli (estraneo alle contestazioni). I candidati erano due. A sfidare Romagnoli c’era il dottor Federico Bilotta, romano, docente a La Sapienza. La commissione, presieduta da Antonelli, Aurilio membro e Giarratano segretario, sceglie «con deliberazione unanime» Romagnoli, un “interno” di Careggi. E’ quel 5 febbraio che, secondo i pm Luca Tescaroli, Antonio Nastasi e Massimo Bonfiglio, i ‘nuovi’ titolari dell’inchiesta su Careggi, che si configura il reato contestato. E Bechi, all’epoca già in pensione, cosa c’entra? Domanda al momento senza risposta perché le carte di questo nuovo filone della cattedropoli fiorentina sono ancora top secret. Delle nuove accuse per Bechi, e delle tre nuove iscrizioni sul registro degli indagati, i protagonisti lo hanno appreso nei giorni scorsi, quando i pubblici ministeri hanno depositato un’altra richiesta (la seconda) di proroga delle indagini. A motivare la necessità di ulteriore tempo, sarebbe proprio la nuova contestazione, l’ultima in ordine cronologico ad arricchire un ampio castello accusatorio, ridimensionato in parte soltanto dal Riesame (e dalla Cassazione) che ha notevolmente alleggerito la posizione del professor Alessandro Della Puppa. Nella recente richiesta di proroga al gip, si legge anche che da parte della procura «occorre procedere all’acqusizione di documentazione inerente le procedure concorsuali oggetto della delega del 15 ottobre 2019 e all’escusssione di due persone a conoscenza dei fatti». Dunque, l’inchiesta, nonostante siano passati i mesi, è ancora in piena fibrillazione. Gli indagati, con il passare del tempo e l’evolversi degli approfondumenti, sono saliti a 16. © RIPRODUZIONE RISERVATA