
Le chiavi di un gruppo di case popolari (New Press Photo)
Firenze, 8 febbraio 2020 - C’è un italiano in testa alla graduatoria per l’assegnazione degli alloggi popolari in città stilata di recente e disponibile sul sito web del Comune. Poi però, fino alla posizione numero 15, si legge un filotto di quattordici nomi e cognomi di cittadini stranieri. La loro massiccia presenza nella classifica per ottenere un tetto sotto cui stare tende leggermente a sfaldarsi andando avanti nello scorrere la graduatoria ma rimangono comunque maggioranza. Netta.
Scopriamo infatti che nei primi 50 posti gli italiani sono soltanto 18. E sono 37 nei primi cento. La situazione è radicalmente mutata negli ultimi anni quando i flussi migratori hanno gradualmente trasformato il volto della città. Tanti stranieri che, dopo aver posto le basi e aver raggiunto la soglia dei cinque anni di permanenza nel territorio italiano, si sono guadagnati la possibilità di iscriversi alle liste per ottenere un alloggio.
Una conquista letta molto spesso dalle varie opposizioni di centrodestra come un ’privilegio’ concesso a scapito dei tanti fiorentini in attesa di un tetto da anni. Tuttavia, al netto delle polemiche, la legge parla chiaro e nelle liste del Comune non c’è assolutamente niente di contestabile dal punto di vista legale.
Resta il fatto, messi da parte i veleni politici, che a Firenze l’emergenza casa sia un problema concreto la cui soluzione definitiva appare utopia. A fronte dei circa ottomila alloggi popolari presenti nel territorio comunale da Palazzo Vecchio fanno sapere che in graduatoria ci sono ancora oltre duemila nuclei familiari. Molti sono soggetti singoli ma ci sono anche famiglie numerose ed è quindi difficile calcolare il numero esatto di persone in attesa di una casa popolare che comuque dovrebbero superare quota cinquemila.
Qualche numero su spese e requisiti? Il canone medio d’affitto per un alloggio Erp è di 134 euro, il massimo di 943. Ci sono poi 1.366 nuclei familiari che per la casa pagano il canone minimo di 40 euro. Sul fronte opposto troviamo 330 famiglie che pagano il canone massimo per «reddito convenzionale superiore ai 28mila euro».
Di contro ci sono le famiglie con il cosiddetto canone protetto perché la stessa soglia di reddito non riescono a raggiungerla e sono circa 1.500. Una curiosità: secondo i dati di Casa Spa – che non ha competenze dirette sulle assegnazioni ma si limita alla gestione tecnica degli immobili e alle periodiche verifiche sui requisiti degli inquilini – ci sarebbero 19 famiglie che pagano un canone sanzionatorio. Il motivo? Documentazione non presentata e redditi inattendibili.