OLGA MUGNAINI
Cronaca

Casamonti, l’archistar dello sport: "Servono stadi multifunzione. Occhio, il 2032 è dietro l’angolo"

L’architetto parla nel giorno dell’inaugurazione del Viola Park di Bagno a Ripoli che ha ideato "Adesso è un vantaggio avere un progetto Franchi già pronto, ma bisogna correre" .

"Sì, Firenze può e deve essere della partita degli Europei di calcio, ma non dobbiamo trascurare il fattore tempo. Perché il 2032 è domani".

Oggi si inaugura il Viola Park firmato dal’architetto Marco Casamenti, un centro sportivo che è già considerato un esempio, il “modello Fiorentina“, progettato con criteri che guardano al’integrazione col paesaggio, al recupero urbano e alla sostenibilità ambientale.

Casamonti, come può fare Firenze ad essere fra le città italiane che ospitano il Campionato Europeo del 2032?

"Cominciando a capire che è una straordinaria occasione non solo per avere gli impianti sportivi, ma per fare uno scatto verso la modernità come altre città hanno saputo fare sulla spinta di grandi eventi. Ne cito alcune: Barcellona con le Olimpiadi, Genova con le Colombia di, Milano con l’Expo..."

Oltre al Viola Park, lei ha già realizzato lo stadio di Udine e l’Albania Stadi di Tirana. Come devono essere gli stadi oggi oggi?

"Sempre più ibridi, pensati non solo per giocare le partite una volta la settimana, ma per essere vissuti tutto l’anno, multifunzionali e flessibili. Quindi, meglio se sono in centro e non in periferia come si credeva una volta".

Allora dopo tante polemiche su dove fare lo stadio, il Franchi è perfetto lì dov’è e va bene ristrutturarlo.

"Per assurdo sì, essendo partiti in ritardo rispetto ad altre città, ora è un vantaggio, perché al Campo di Marte puoi realizzare una struttura più in linea con le esigenze di oggi. Senza contare che ristrutturando un vecchio stadio, da un punto di vista ambientale si risparmiano almeno 15 ettari di terreno".

Quindi Firenze ha buone chance per il 2032?.

"Certo, ma mi preoccupa soprattutto il fattore tempo. Lo sa qual è la media di un’opera pubblica in Italia? Quindici anni, contro i cinque-sei dell’estero. Se non cambiamo qualcosa siamo già in ritardo per il 2032".

Il Franchi ha il 2026 come deadline per non perdere i finanziamenti europei...

"Lo so, ma noi pensiamo sempre alle proroghe...ma bisogna considerare che non è detto che ci possano essere. Comunque, noi possiamo sfruttare il fatto di avere uno stadio progettato rispetto ad altre città che devono partire da zero".

Il ministro dello sport Abodi pensa a un commissario per terminare in tempo gli stadi italiani. E’ d’accordo?

"Assolutamente sì. Aiuterebbe l’amministrazione comunale a procedere in maniera più spedita".

Lei col suo studio Archea ha partecipato al concorso per il restyling del Franchi arrivando nella rosa finale. Cosa ne pensa dei vincitori?

"E’ un bellissimo progetto, realizzato da uno dei migliori studi al mondo. Bisogna sempre dar credito ai vincitori".

Ma perché nessuna ditta ha partecipato al primo bando per l’appalto dei lavori?

"Credo perché c’era solo il progetto di massima. Adesso invece il Comune ha fatto il progetto esecutivo, diventando anche stazione appaltante e assumendosi quindi tutte le responsabilità sui tempi. Il problema di Firenze è che si fanno i progetti ma poi non si realizzano. Vuole degli esempi?"

Certo.

"Loggia di Isozaki, il progetto di Jean Nouvel per viale Belfiore, la stazione dell’Alta Velocità di Foster..."

Perché non si può ristrutturare il Franchi e allo stesso tempo far giocare la Fiorentina?

"Per due motivi: perché ci vuole troppo più tempo e troppi più soldi. Tecnicamente non sarebbe un problema: chiudi un settore, rinunci a un quarto del pubblico, ma lo stadio funziona. Rocco Commisso voleva fare così".

Ma lei, di cosa è più orgoglioso del suo Viola Park?

"Prima di tutto del fatto che è bello. E poi mi piace aver introdotto l’architettura nel mondo del calcio, aver pensato a un luogo per gli allenamenti che tenga conto della cultura e dell’ambiente. Ah dimenticavo: abbiamo finito un investimento da 120 milioni in tre anni e mezzo. Guardi che è un record!"