Aver timore a ogni passo a causa dei marciapiedi ’groviera’. E nonostante accortezze e cautela, inciampare e finire al pronto soccorso con una frattura.
È dura la vita per gli anziani sulle strade fiorentine. Ne è testimone Carla Cantalini, 75 anni e qualche difficoltà motoria, che venerdì che è caduta rompendosi un polso in via Baccio da Montelupo, all’altezza della Casella, mentre stava tornando dalla spesa.
"Ho avuto una diparesi spastica da giovane, poi con la fisioterapia e la volontà, ce l’ho fatta ad avere una vita normale, diventare mamma e camminare. – premette la signora – Se solo fosse più decente il marciapiede. Non solo è stretto, ma è pure pieno di buche. Le rampe davanti ai passi carrabili sono lastricate di pietre sconnesse dove è facile inciampare. In altre zone di Firenze sono d’asfalto, qui in via Baccio da Montelupo, non si sa perché, sono fatte così e sono pericolose. Sono inciampata negli scalini tra una pietra e l’altra e sono caduta di peso sulla parte spastica".
E non ci sono alternative a quel percorso per Carla: "Il Dpiù è l’unico supermercato raggiungibile a piedi da casa mia – spiega Carla –. Non ho alternative se non fare questa strada. I negozi della zona, d’altra parte, sono chiusi quasi tutti. Ci sarebbe l’Humanitas che accompagna a fare la spesa, mi sono iscritta, ma non hanno abbastanza volontari. Pensare che fino a pochi anni fa, prima della pandemia, quando stavo a Novoli, ero io che facevo volontariato aiutando gli anziani alla Misericordia di Rifredi. Poi mi sono trasferita qui per stare vicina alle figlie, ma non è una zona a misura d’anziano. Sto attenta, passo dal marciapiede civici dispari, che è un po’ meglio, ma è difficile lo stesso. Il peggiore però è nell’altro isolato, su viale Etruria: pieno di buche, erbacce e deiezioni canine. Anche il sottopasso pedonale qui in via Baccio, è pericoloso: spesso è bagnato e scivoloso. Una raccomandazione poi a chi parcheggia i motorini: attenzione a non invadere i marciapiedi con il bauletto, per i pedoni sono un grosso ostacolo".
Il problema è innanzitutto demografico, spiegano da Humanitas Firenze, associazione di volontariato ben radicata in zona che fa i salti mortali per venire incontro alle singole necessità: "Vent’anni fa ci vantavamo di essere il quartiere più giovane di Firenze, adesso la popolazione è invecchiata e la domanda si è allargata, mentre la disponibilità di volontari non è cresciuta di pari passo. I nostri volontari danno l’anima, ma è difficile coprire tutta la domanda ed è una criticità non solo nostra, ma di tutto il mondo del volontariato. L’appello è a chi è in grado di rendersi disponibile: dedicate un po’ di tempo al volontariato, perché altrimenti gli stessi servizi potranno essere erogati solo professionalmente con costi che andranno a ricadere su tutta la popolazione".
Carlo Casini