E l’ospedale di Careggi s’inoltra nella fase 2 con una delle peggiori notizie che potesse arrivare. Il professor Paolo Muiesan, una delle stelle internazionali dei trapianti di fegato e della chirurgia epatobiliare, getta la spugna. Lascia. Una decisione che, come dice lui, gli "spezza il cuore". Ma al momento, se le cose non cambiano, non c’è più la strada sulla quale proseguire il cammino insieme.
Era arrivato un anno e mezzo fa a Firenze dal Queen Elizabeth Hospital di Birmingham dove, una settimana al mese, ha continuato a effettuare trapianti (anche al Childrens Hospital): i trapianti sono la sua specialità assoluta, ne ha fatti più di mille da primo operatore. Lì farà ritorno, a metà giugno. A meno che non cambino le cose, nel frattempo.
Nessuna polemica, un grande dispiacere. " A Careggi sono stato molto bene – racconta il prof – Ma dal punto di vista professionale avevo fatto alcune richieste che non sono state esaudite. Non posso fare il mio lavoro come vorrei". E’ una serata bellissima di maggio, il coronavirus concede una tregua: lasciare Firenze è davvero un dolore per Paolo Muiesan.
Nonostante a Careggi, in qualità di direttore della Chirurgia generale, il chirurgo veneto abbia già fatto da richiamo, a livello nazionale, per gli interventi più complessi di chirurgia epatobiliare – campo nel quale si è impegnato a formare una scuola, realizzando un polo d’eccellenza, in modo anche da fermare le fughe di pazienti toscani verso le altre regioni –, i trapianti no.
Il problema è serio. Ora che il professor Muiesan ha deciso di mollare. Fallito, dunque, l’obiettivo che si era data la Regione con una delibera approvata dalla giunta nel periodo di Natale del 2018, secondo la quale, sulla carta, doveva essere riorganizzato l’intero sistema trapianti in Toscana. Un sistema per il quale il direttore generale del Centro nazionale trapianti, Alessandro Nanni Costa, in una lettera all’assessore regionale al Diritto alla salute Stefania Saccardi, aveva segnalato criticità. Alla base della riorganizzazione c’era l’integrazione dei centri d’eccellenza nell’ottica della rete di servizi. Tutto questo per ottimizzare al massimo le competenze e le professionalità presenti nel sistema regionale e per evitare duplicazioni inutili e potenzialmente dannose.
Nessun accordo dunque con il centro pisano dove l’unità operativa di Chirurgia epatica e trapianti di fegato di Cisanello, diretta da Paolo De Simone, nel 2018 aveva raggiunto risultati molto significativi, sia in termini numerici, sia in termini di qualità, riuscendo a eguagliare il centro delle Molinette di Torino (il top in Italia) per esiti a cinque anni dall’intervento.
Nella nostra Toscana all’avanguardia della medicina, evidentemente continuano a dominare le logiche di campanile. Non si è riusciti a integrare la professionalità di Paolo Muiesan con il centro pisano dove l’unità operativa di Chirurgia epatica e trapianti di fegato di Cisanello, diretta da Paolo De Simone.
"A Careggi ho trovato giovani bravissimi e desiderosi di imparare, una terapia intensiva di grande livello e anestesisti con cui si è creato un clima di grande collaborazione, come con gli urologi e i chirurghi vascolari – spiega il professore – Mi si spezza il cuore, ma io devo poter lavorare al mio livello. Ho ancora voglia di fare i trapianti e a Birmingham hanno bisogno di me. Se le cose cambiano, io sono pronto".
Ilaria Ulivelli