OLGA MUGNAINI
Cronaca

A Careggi il nuovo farmaco ‘teleguidato’ contro il mieloma multiplo

Antonioli: “Efficace anche in pazienti senza altre possibilità di cura. Già in cura quattro pazienti altrimenti destinati a soluzioni meno efficaci

La dottoressa Elisabetta Antonioli

Firenze, 27 marzo 2022 – Arrivano i farmaci teleguidati, progettati per arrivare dritti al tumore con l’obiettivo di eliminarlo: una sorta di partita a Risiko col mieloma multiplo. Appena approvata da Aifa (l'agenzia italiana del farmaco), la nuova terapia è già disponibile anche a Firenze. 

L'azienda ospedaliera e universitaria di Careggi ha potuto trattare con beneficio già 4 pazienti. A questa novità si affianca la campagna di informazione e condivisione “Mieloma multiplo e tu” (https://www.multiplemyelomaandyou.com/it/), importante per conoscere la malattia e affrontarla in modo condiviso.

Ma come funzionano  i nuovi farmaci ‘teleguidati’ contro il mieloma multiplo?  Dapprima vanno a rilevare un “bug”, un punto debole sulla superficie della cellula malata, un varco non protetto. Lì si infilano per rilasciare citotossine, anche 10.000 volte più potenti della chemioterapia standard, senza toccare o riducendo al minimo i danni ai tessuti sani. Così agiscono gli anticorpi monoclonali farmaco coniugati, l’ultima frontiera dell’immunoterapia. Si tratta del Belantamab Mafodotin, il primo di questa categoria, disponibile nella normale pratica clinica.

“Nel nostro centro, la SODc Ematologia – spiega Elisabetta Antonioli, dirigente medico della SODc di Ematologia della AOU Careggi – utilizziamo da un anno questa cura su pazienti con mieloma multiplo recidivato refrattario già trattato con numerose linee di terapia. Il farmaco ha dimostrato anche nella ‘real life’, nella vita reale, di saper tenere a bada la malattia e di aumentare la sopravvivenza in pazienti già sottoposti a molti trattamenti e per i quali non esistono ad oggi ulteriori possibilità terapeutiche. Nel nostro centro l’esperienza con belantamab è ancora limitata. Stimiamo 50 nuove diagnosi di mieloma multiplo ogni anno con una prevalenza di circa 300 pazienti in trattamento terapeutico. Ma di sicuro i risultati sono promettenti. Il farmaco è ben tollerato e per la nota tossicità oculare, a Careggi abbiamo attivato un servizio di consulenza oculistica proprio per questi pazienti. Il signor Carlo, per esempio, è in terapia da quasi un anno e questo inverno è ritornato a sciare”. 

La dottoressa Antonioli spiega che il trattamento, che prevede un’infusione endovenosa di circa 1 ora ogni 3 settimane, nello studio clinico registrativo (Dreamm-2), ha riportato un tasso di risposta globale del 32%. Dei pazienti coinvolti, oltre la metà (58%) ha raggiunto una risposta parziale molto buona o superiore e in alcuni casi completa. Non a caso in oltre la metà dei pazienti la sopravvivenza globale mediana è stata di circa 14 mesi, un risultato considerato sorprendente.

Per il mieloma multiplo, il secondo tumore del sangue in Italia dopo il linfoma non-Hodgkin, non c’è ancora una cura definitiva ed ogni innovazione consente di aggiungere tempo e speranza a migliaia di persone. Il mieloma multiplo è responsabile dell’1-2% di tutte le neoplasie e del 10- 15% dei tumori ematologici. Ogni anno si stimano circa 5700 nuovi casi. 

Ma come funziona la cura? “Tecnicamente – prosegue la dottoressa Antonioli – è un anticorpo monoclonale ‘coniugato’, composto cioè da due molecole: un anticorpo monoclonale umanizzato (belantamab)  specializzato a riconoscere un recettore espresso sulla superficie delle plasmacellule mielomatose, chiamato Bcma, antigene di maturazione dei linfociti B. Una volta legatosi alla superficie cellulare, belantamb entra rapidamente nella plasmacellula e “sgancia” mafodotin, un chemioterapico che blocca i processi vitali della plasmacellula, provocandone la morte attraverso un meccanismo definito di ‘apoptosi’. In senso figurato, belantamab mafodotin si comporta come un ‘cavallo di Troia’. A questa azione principale se ne affiancano altre di attivazione del sistema immunitario del paziente, che potenziano l’effetto anti-mielomatoso”.