
Campi Le dritte di Dalla sulla musica "Mi disse di amarla come una donna"
di Giovanni Ballerini
Applausi e intensità l’altra sera al Move On di Piazza San Giovanni. E’ partito da Firenze il nuovo tour di Piero Campi, che ha presentato dal vivo l’ottimo album "Tutto tace" con il suo trio acustico. Il chitarrista e storyteller tarantino, classe 1982, che da oltre 9 anni vive a Firenze, ha dato il meglio di sé e si è affidato alla verve di Marco Schnabal per la produzione di questo lavoro in cui il cantautorato incontra il migliore sound internazionale, evitando le seduzioni del pop da cassetta per privilegiare un rock fuori dagli schemi che avvolge intensi testi dedicati alle contraddizioni dei tempi che viviamo.
"Dopo due ep, questo primo album, che è disponibile su tutte le piattaforme digitali, rappresenta la consacrazione del mio percorso artistico: Schnabal, che ha lavorato tanto Oltremanica ci ha messo il suo gusto rock, io una scrittura più matura, sperimentale e attenta ai cambiamenti".
Piero, cosa si attende da questo disco?
"Che possa entrare nel cuore delle persone, che riesca a emozionare, cosa non scontata nella musica attuale, che sembra preconfezionata e in cui gli artisti fanno fatica a osare. Non è un disco mirato alle chart delle radio, è costruito come un percorso all’interno di un uomo, con melodie sorrette da un bel rock blues. Per ora lo presentiamo in trio, da settembre lo porteremo in tour con tutta la band e atmosfere più elettriche".
Quando ha conosciuto Lucio Dalla?
"Nel periodo in cui frequentavo la scena musicale bolognese. In un paio di occasioni sono andato a casa sua e ho incontrato anche il suo editore Paolo Bernabei. Lucio mi ha dato dei consigli straordinari che mi porto dentro. Mi ha spiegato che la strada del musicista è difficile e mi ha spronato a rispettare e amare la musica, come fosse una donna. I miei primi singoli stavano andando bene su Radio 105 e all’MTV day e mi ero fatto coinvolgere nel vortice. Dalla invece mi fece invece capire che se il successo arriva va bene, ma che per fare musica bene serve un costante lavoro per migliorare se stessi".
Il consiglio le è poi servito?
"Molto, a partire dal periodo della pandemia in cui quello che davo per scontato è venuto a mancare. Ho ricostruito la mia vita personale e musicale, esorcizzando le negatività con un nuovo approccio. Grazie a questa sorta di chemioterapia emozionale sono riuscito a parlare di tutto con una certa ironia. Il primo risultato è stato vedere il secondo singolo ’Senza di te’, uscito per Orangle Recoeds, distribuito da Universal Music.
Come mai ha chiamato l’album Tutto tace?
"E’ una provocazione. Ho messo un po’ da parte il mondo dei sentimenti per parlare di più del sociale, delle realtà lavorative che si vivono oggi, delle contraddizioni, dello strapotere dei social network, di quello che mi capita o che vedo intorno. Il tutto con un mix di rock ed elettronica che mi auguro faccia pensare alla musica fatta ad arte dai Cure, Joy Division e Depeche Mode".